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Riina jr da Vespa: "Amo mio padre, non lo giudico". Vertici Rai in Commissione Antimafia

ROMA. La mafia cos'è? «Non me lo sono mai chiesto, non so cosa sia. Oggi la mafia può essere tutto e nulla. Omicidi e traffico di droga non sono soltanto della mafia». Lo afferma, nell'intervista a Bruno Vespa a Porta a Porta, Salvo Riina, il figlio di Totò Riina.

Riina, raccontando della sua vita, parla di «un'infanzia molto serena, perchè a casa nostra non ci hanno mai trasmesso determinate problematiche che potevano vivere i miei genitori». E a Vespa che gli chiede se si è mai chiesto perchè non andasse a scuola, Salvo Riina replica: «Per noi non era normale ma non ci siamo mai chiesti perchè non ce le facevano queste domande, eravamo una sorta di famiglia diversa, abbiamo sempre vissuto un po' questa vita diversa dagli altri. L'arresto di mio padre è stato uno spartito».

«C'era - prosegue - una sorta di tacito accordo familiare, noi eravamo bambini particolari, il nostro contesto era diverso, abbiamo vissuto anche in maniera piacevole, nella sua complessità è stato come dire un gioco».

«Ho cominciato a capire intorno ai 4-5 anni», racconta Riina che, parlando della madre sottolinea: «per mia mamma erano giusti i valori che aveva mio padre, quando lo ha conosciuto era un uomo tutto di un pezzo, con rispetto della famiglia, delle tradizioni. Quando mio padre uscì dal primo arresto aveva 27 anni, mio madre si innamorò sin da bambina. Allora mio padre aveva commesso un omicidio per una lite banale tra ragazzi».

Riina continua a illustrare gli anni della sua giovinezza e spiega: «Non abbiamo vissuto nel lusso, siamo sempre stati una famiglia molto modesta. Siamo nati tutti registrati con il nostro cognome originale» benchè poi i membri della famiglia si chiamassero Bellomo. «Mio padre diceva che andava a lavorare la mattina e tornava la sera a casa, per noi era un lavoro normale, poi con gli anni abbiamo cominciato a capire che c'era qualcosa di diverso, sapevamo da bambini quale era il nostro vero cognome», conclude.

«Perchè io amo lui e la mia famiglia, non tocca a me giudicare le azioni della mia famiglia, io giudico ciò che mi hanno trasmesso, i valori, il rispetto. Se io oggi sono la persona che sono lo devo ai miei genitori». Lo afferma Salvo Riina, figlio di Totò Riina, nell'intervista a Bruno Vespa che gli chiede perchè, nel suo libro, manchi qualsiasi parola di dissenso rispetto al capo dei capi della mafia. «Molti penseranno che è un libro reticente ma io ho voluto scrivere ciò che è stata effettivamente la vita all'interno della mia famiglia. I rimproveri non toccano a me. Non tocca a me giudicare, ci sono stati giudici e sentenze, non li condivido ma mi sta bene».

Intanto la Commissione parlamentare Antimafia ha convocato per oggi, alle ore 16, la presidente della Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto, per una audizione urgente sulla vicenda dell'intervista al figlio di Riina nella trasmissione Porta a Porta su Raiuno.

 

 

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