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Crisi dell’Eni a Gela, nuovi tagli nell’indotto

GELA. La fine della raffinazione del petrolio continua a creare nuove emergenze occupazionali tra le imprese dell’indotto della fabbrica Eni e del porto isola. L’ultima ha interessato 23 delle 49 guardie ai fuochi appartenenti alla società siracusana “Archimede” di Domenico Fascari e Sergio Pintaldi a cui sono state ridotte del 50 per cento le ore lavorative.

La drastica diminuzione del traffico da 80 navi al mese a 3 ha avuro come conseguenza un adeguamento di tutti i servizi. Dei 5 piloti ne è rimasto soltanto uno mentre gli ormeggiatori da 20 sono diminuiti a 16 unità. «Serve un adeguamento anche di altri servizi – sottolinea il comandante della Capitaneria di porto, Pietro Carosia – Abbiamo proposto una razionalizzazione del personale e non licenziamenti».

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