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Un pentito rivela: “Così Totò Riina gestiva gli appalti nel regno di Messina Denaro”

Vincenzo Sinacori, ex reggente di Mazara: nel Trapanese il capo della Cupola impose una cassa comune per i soldi delle gare pubbliche e scelse uomini fidati

CALTANISSETTA. Una «cassa comune» dove far confluire i soldi degli appalti e da dividere alle famiglie mafiose. È quello che aveva creato Salvatore Riina nella zona di Trapani. È quanto emerge nell’ambito delle indagini che hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Matteo Messina Denaro, accusato di essere tra i mandanti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Secondo gli investigatori fu proprio il capo dei capi di Cosa nostra ad «investire» nel Trapanese. Fu Salvatore Riina a mettere ai vertici delle famiglie trapanesi uomini di sua fiducia e determinando, l’ascesa di nuovi personaggi al vertice delle singole famiglie mafiose.

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