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Regione, ripristinati i servizi informatici
"Progetti senza impegni di spesa"

Nei prossimi giorni i tecnici dell’amministrazione andranno in Valle D’Aosta a prelevare i server fino ad oggi in mano ai privati e a riportarli in Sicilia

PALERMO. La Regione ha raggiunto un nuovo accordo col colosso informatico Engineering che ha riattivato i sistemi informatici. Tornano a funzionare tutti i programmi legati alla sanità e alla macchia burocratica regionale, ma adesso inizia la partita decisiva per risolvere alla radice il caos che ha portato in questi anni a ben cinque distacchi della rete.

Entro l’anno la Regione pagherà circa 16 milioni di euro di progetto realizzati dal socio privato ma nel frattempo tratterà su altri 78 milioni che i privati rivendicano ma che secondo Palazzo d’Orleans non sono dovuti e sui quali anzi si ipotizzano reati.

Da alcune prime verifiche sono infatti emersi progetti “realizzati senza impegno di spesa, senza contratto, con semplici lettere” dicono dagli uffici regionali. Attività per oltre 40 milioni portare avanti quasi “amichevolmente” e che ora rappresentano debiti fuori bilancio che difficilmente la Regione riuscirà a pagare.

Il primo successo è stato raggiunto oggi dopo una lunga trattativa: il dirigente dell’Ufficio informatico, Maurizio Pirillo, è riuscito a convincere i privati della bontà dell’operazione garantendo la soluzione definitiva della vertenza. Nei prossimi giorni i tecnici dell’amministrazione andranno in Valle D’Aosta a prelevare i server fino ad oggi in mano ai privati e a riportarli in Sicilia.

Operazione che grazie alla collaborazione di Engineering non dovrebbe causare ulteriori disagi. Per quei server ospitati, Engineering chiede circa 3 milioni di euro l’anno di affitto, cifra che la Regione non vuole pagare e che sarà oggetto di una nuova trattativa. Anche perché i privati hanno ancora le chiavi di diversi sistemi informatici, come quelli della sanità, e possono ancora mettere in difficoltà la Regione. Insomma, la partita non è ancora finita.

Il problema va avanti da diversi anni: per informatizzare la Regione, il governo Cuffaro si affidò a una società partecipata, Sicilia e-Servizi, nella quale un socio privato avrebbe aiutato la Regione a crescere, ad aumentare le proprie conoscenze dotandola delle più moderne strutture informatiche. Il socio privato avrebbe pure dovuto istruire e formare un gruppo di dipendenti che, al momento della fuoriuscita del privato dalla società, avrebbero dovuto gestire la rete informatica autonomamente.

Questo secondo la Regione non è mai accaduto e il socio privato ha per lungo tempo gestito lui la rete, lavoro per cui a un certo punto ha chiesto il pagamento: in tutto ha sempre rivendicato oltre cento milioni. Su queste somme è nato un contenzioso. La Regione sostiene che le somme siano meno, 94 milioni, e ritiene che nel tempo ci siano state gravi irregolarità nelle procedure di autorizzazione della spesa. Irregolarità che il governo vuole sanare per risolvere la questione una volta per tutte.

"Le nostre diffide sono servite a qualcosa", dice Antonio Ingroia, l'amministratore di Sicilia e-Servizi, la società della Regione che gestisce il servizio informatico. "Senza che noi concedessimo nulla - afferma Ingroia - i privati hanno fatto marcia indietro, staccare il servizio è stato un atto molto grave".

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