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Lo Voi: la mafia continua a soggiogare l'economia. Ma c'è reazione"

PALERMO. La risposta rapida ed efficace dello Stato alle denunce e alle richieste di sicurezza delle vittime del racket, una fiducia crescente degli imprenditori nella magistratura e nelle forze dell’ordine, sempre più capaci di chiudere velocemente indagini delicatissime. «È importante, quando ci si ritrova davanti a una cinquantina di estorsioni e quasi quaranta persone che decidono di collaborare, denunciando o ammettendo l’estorsione subita, sottolineare l’efficienza e l’efficacia degli apparati investigativi, la presenza dello Stato». Il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, parte da una considerazione per illustrare i risultati dell’ultima operazione antimafia: «Sono assolutamente d’accordo con l’autorevole editorialista (Pierluigi Battista del Corriere della Sera, ndr) che mette in guardia dal protagonismo di alcuni magistrati e dalla partecipazione alle conferenze stampa in cui emergono nomi improbabili per dare risalto alle indagini, ma in questo caso ritengo giusto sottolineare il risultato di un’indagine che evidenzia il totale controllo del territorio di Cosa Nostra e, più in particolare, su Bagheria, ex feudo del boss Provenzano, e la reazione di decine di vittime del racket che hanno deciso di collaborare con lo Stato». Lo Voi, annunciando che l’indagine non è affatto finita, sottolinea come «la mafia, capace di modificarsi a seconda delle necessità, continui a soggiogare l’economia».
Sul coraggio della denuncia e il ruolo delle associazioni antiracket nell’accompagnare le vittime punta il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che in più di un’occasione ha apprezzato pubblicamente il lavoro dei carabinieri. «Le vittime restano le stesse, cambiano i riferimenti mafiosi. Abbiamo accertato casi di pizzo che andavano avanti da decenni. Bagheria è l’esempio della capacità ancora pervasiva della mafia sul territorio. Le vittime sono state sottoposte a un’estorsione continuata, in alcuni casi lunga anche vent’anni. Ma quando qualcuno alza la testa - aggiunge Agueci, riferendosi alla ribellione delle vittime - anche gli altri vengono stimolati a superare le remore. Una novità rispetto ad operazioni simili è la massiccia collaborazione di imprenditori che si sono rivolti alle forze dell’ordine per fronteggiare le continue vessazioni. Una novità ma non assoluta, perchè si tratta di un fenomeno che constatiamo da tempo. Il fatto che si sia riusciti a far luce su buona parte di questi fenomeni è forse il dato più importante di queste indagini. Le forze dell’ordine hanno svolto, nel corso degli anni, una massiccia attività nel territorio, elemento che ha fatto guadagnare fiducia alle forze economiche e imprenditoriali».
Il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe De Riggi, illustra i risultati contro la mafia raggiunti negli ultimi mesi anche in provincia, negli storici feudi di Cosa nostra: Abbiamo iniziato con Corleone a gennaio, abbiamo proseguito con Camporeale e Montelepre ad aprile e ora con l'hinterland orientale di Palermo. Voglio sottolineare la valenza organizzativa e la strategia operativa di questo filone che riteniamo essere particolarmente importante sul campo delle estorsioni nei confronti del tessuto imprenditoriale. Filone che portiamo avanti anche attraverso il contatto costante con le associazioni antiracket, come Libero Futuro e Addiopizzo».

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