ROMA. Lombardia e Lazio sono le regioni più esposte al rischio terrorismo, secondo l'Italian Terrorism Infiltration Index 2015 ideato dall'Istituto Demoskopika. Tre gli indicatori utilizzati: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano e gli stranieri residenti in Italia provenienti dai Paesi nella 'top five' del terrore dall'Institute for Economics and Peace (Iep) nello studio 'Global Terrorism Index 2014', cioè Iraq, Afghanistan, Pakistan, Nigeria e Siria. Negli ultimi 15 anni sono stati portati a termine 96 attentati di matrice terroristica in Italia, mentre sono state oltre 7mila le intercettazioni autorizzate per indagini di terrorismo interno e internazionale. Ben 179 le vittime italiane civili e militari hanno perso la vita perché coinvolte in attacchi compiuti in dodici paesi: Usa, Afghanistan, Indonesia, Arabia Saudita, Iraq, Egitto, Inghilterra, Israele, India, Nigeria, Pakistan e Marocco. A guidare la graduatoria del rischio è dunque la Lombardia, con un punteggio pari a 10. Seguono Lazio (6,48 punti), Emilia Romagna (4,27), Piemonte (3,47) e Veneto (2,67). Il 2003 l'anno con il maggior numero di episodi: 14 eventi terroristici su un totale di 96, pari al 15,6%. A seguire il 2001 con 11, il 2010 ed il 2012 entrambi con 10. La regione che ha subìto il maggior numero di attacchi nell'arco temporale considerato è stata il Lazio (24, pari ad oltre il 25% del totale); seguono Lombardia (16), Veneto (9) e Toscana (8). Dal 2005 al 2013, il numero dei 'bersagli' (come vengono chiamate in gergo le utenze controllate) autorizzati dalle procure italiane per indagini relative a reati di terrorismo è stato pari a 7.364 casi. In Lombardia, Lazio e Campania le procure più attive. Infine, sono oltre 180 mila i residenti stranieri provenienti dai Paesi nella 'top five' del terrore.