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Tangenti, Lo Voi: "Usati gli stessi metodi del racket"

l'imprenditore Massimo Campione annotava con puntualità le somme versate per agevolare l'iter amministrativo di una procedura di appalto e per procurarsi favori e intercessioni

PALERMO. «La corruzione ha assunto il carattere di un fenomeno pervasivo che mina la legittimità delle attività economiche, dei procedimenti amministrativi, impedisce la libera concorrenza e danneggia il mercato e i cittadini». Lo ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, illustrando, in conferenza stampa, i particolari dell'inchiesta che ha portato all'arresto, per tangenti, di tre funzionari pubblici tra cui Dario Lo Bosco, presidente di Rfi.

«Eravamo abituati a sequestrare il libro mastro con le richieste di pizzo nelle indagini sulle estorsioni mafiose. Ora ci imbattiamo in un fenomeno corruttivo che usa gli stessi metodi del racket. In questa indagine - ha aggiunto - abbiamo trovato un libro mastro in cui  l'imprenditore Massimo Campione annotava con puntualità le somme versate per agevolare l'iter amministrativo di una procedura di appalto e per procurarsi favori e intercessioni. L'imprenditore ha avuto la cura di mettere nomi, date e cifre versate».

«Le intercettazioni si confermano strumento essenziale contro reati come quelli di corruzione». Ha aggiunto Lo Voi che ha anche sottolineato l'importanza dei documenti trovati nel corso delle indagini e ha confermato che l'imprenditore che pagava le mazzette ha prima cercato di difendersi, poi ha ammesso e ha collaborato con i magistrati.

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