
PALERMO. La delegazione del Csm che ha incontrato i presidenti di corte d'appello e tribunale di Palermo, Gioacchino Natoli e Salvatore Di Vitale, ha acquisito una serie di documenti sull'attività della sezione misure di prevenzione finita nell'occhio del ciclone dopo l'apertura di un'inchiesta, da parte della Procura di Caltanissetta, sulle assegnazioni degli incarichi agli amministratori giudiziari dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.
Subito dopo l'avvio dell'indagine, il presidente del tribunale ha avviato un monitoraggio dell'attività della sezione a cui, peraltro, già dopo il suo insediamento aveva chiesto un report. I dati forniti dai giudici, però, non sarebbero stati completi. Nelle ultime settimane Di Vitale ha cercato di ricostruire il lavoro svolto dal collegio.
Nei prossimi giorni, il ministero della Giustizia dovrebbe inviare in tribunale gli ispettori che dovranno analizzare l'attività della sezione finita sotto inchiesta. Nell'indagine sono coinvolti, oltre a due amministratori giudiziari, l'ex presidente della sezione Silvana Saguto, il giudice Lorenzo Chiaramonte, l'ex componente del Csm Tommaso Virga, presidente di una sezione del tribunale, il pm Dario Scaletta, il figlio, il marito e il padre della Saguto. La sezione misure di prevenzione è stata azzerata. Spostati il presidente e tutti i giudici che ne facevano parte.
Tra i primi atti del nuovo presidente, Mario Fontana, una circolare in cui si vieta agli amministratori giudiziari di dare incarichi a parenti e amici di magistrati e cancellieri della sezione.
4 Commenti
DelusoGiovy
25/09/2015 23:05
E' la rinuncia all'illusione di una neutralità politico-assiologica del diritto:la presenza dei valori etico-politici, dei principi di giustizia, dei parametri incorporati nella Costituzione esige infatti necessariamnte di essere verificata sul piano concreto. Nel contempo un altro processo, quanto meno ambivalente, contribuisce a ridefinire e in un certo senso a minare l'autorità indiscussa dello Stato e lo costringe ogni giorno a rilegittimarsi.
roberto
26/09/2015 08:31
A parte la gravita' della situazione in cui versa tutto il sistema dell' antimafia trovo tremendamente assurdo e beffardo ogni singolo comportamento anche le semplici dichiarazioni fatte da illustri luminari riporto una contenuta nell' articolo che stiamo commentando: Difficile ricostruire la mappa degli incarichi , vorrei comprendere come una cosa elementare da far fare all' ultimo impiegato del palazzo di giustizia possa diventare un traguardo irrangiungibile, vai a vedere cosa direbbero per la cattura di Messina Denaro che ci vorrebbe un miracolo il tutto si commenta da solo
roberto
26/09/2015 08:39
Delusogiovy La costituzione lasciamola stare in pace se proprio vogliamo farne un accenno solo per ricordarci che tutti questi servitori dello stato attori della problematica al momento del loro ingresso nel campo lavotativo hanno giurato pubblicamente fedelta' alla stessa.Riguardo il tuo nominativo hai scelto deluso hai chiaramente validi motivi tutti dovremmo far precedere i nostri nomi da deluso
Antonio 1
26/09/2015 09:03
L'Amministratore Giudiziario deve essere, in primis, persona dalla specchiata moralità, competenza e moralità! Nell'amministrare un bene sequestrato ma non confiscato deve tenere conto che quel bene "ancora" appartiene a persone che, fino a prova contraria, ha fatto notevoli sacrifici per realizzarlo e per questo motivo l'AG deve astenersi dall'apportare variazioni, se non indispensabili, nell gestione tutta del bene stesso! Deve cioè evitare di gravare il bene di ulteriori spese a suo piacimento, perché tali spese, se il bene verrà restituito, graveranno sui bilanci dei legittimi proprietari, aggravando così la già difficile posizione degli stessi! Tutte cose che oggi, il più delle volte, invece si verificano ritenendosi, l'AG, il dominus assoluto! Si chiede cioè un maggiore rispetto per le cose degli altri!