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Scontro su tagli a esami inutili, medici in protesta: ipotesi sciopero

ROMA.  "Molti esami che prescrivevano i medici sono stati tagliati perche' inutili, anzi precisamente sono stati tagliati per fare spazio all'appropriatezza della  prescrizione diagnostica, si fanno solo le diagnosi che servono e non quelle che non sono realmente necessarie, l'eccesso costa 13 miliardi allo Stato che invece potrebbero nel tempo essere redistribuiti nel servizio sanitario". Lo ribadisce il Ministro Beatrice Lorenzin al telefono con Maurizio Belpietro in radio a Mattino Cinque.

CORO DI NO. Associazioni di cittadini e pazienti pronti ad unire le loro forze con i sindacati di medici e sanitari per un obiettivo ben preciso: evitare che il decreto sulle prestazioni inutili annunciato dal Ministero della salute si traduca in realtà. "Contro la prospettiva di un medico trasformato in 'funzionario' è necessario confrontarsi per azioni comuni", commenta all'ANSA Tonino Aceti, portavoce del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva.

"Avevamo già annunciato la nostra intenzione di mobilitarci e siamo pronti - prosegue - anche a farlo insieme a medici e sanitari su questo specifico tema. Non possiamo non intervenire vedendo che si vuol trasformare il medico da professionista che agisce in scienza e coscienza a funzionario amministrativo che esegue comandi dall'alto per fare cassa". L'inappropriatezza del resto, "non si contrasta per decreto". "L'appropriatezza si promuove facendo formazione al personale e dei medici, facendo cultura e utilizzando linee guida: tutto questo è stato dimenticato". Un decreto simile "incentiverà la medicina 'astensiva', il contrario di quella difensiva ma non meno dannosa, che spinge il medico a non prescrivere, perché se prescrive viene multato. Questo proprio nel momento in cui i dati ci dicono che aumenta la popolazionechen non riesce ad accedere alle prestazioni per motivi economici e liste d'attesa". Più che lottare contro l'inappropriatezza si vuole razionare il paniere delle prestazioni garantite. Dimenticando - conclude - che definire cosa è appropriato attiene al medico, e non può esser fatto a priori, prescindendo dal malato specifico”.

IL SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI. "No alla black list sulle prestazioni, così come sui farmaci" e "no a ricatti" che possono tradursi in "conflitto coi pazienti e forte contenzioso". Il Sindacato dei Medici Italiani si unisce al coro dei no nei confronti della bozza di decreto sulle prestazioni inappropriate e, attraverso la segreteria nazionale Mirella Triozzi, punta il dito contro il Governo: "Deve avere il coraggio di dire la verità ai cittadini", ovvero che "da domani dovranno pagare ciò che fino ad ora hanno avuto gratuitamente. Così, invece, è un modo 'ipocrita' e dissimulato di tagliare servizi". "Se la premessa è sbagliata, le conclusioni non possono che essere sbagliate. La lotta all'inappropriatezza deve avere come obiettivo la fonte principale di sprechi, che è la disorganizzazione dei servizi, causa di ricoveri ed esami inutili", commenta Triozzi, presente all'incontro di ieri in cui il ministro Beatrice Lorenzin ha annunciato che il giro di vite sugli esami inutili comprenderà non 180 prestazioni a rischio inappropriatezza, come inizialmente previsto ad agosto, ma 208. "I medici devono poter continuare a poter fare il proprio lavoro, liberamente. Senza ricatti, senza essere sotto la minaccia di una ritorsione economica". "Scelte come questa - conclude la sindacalista - producono conflitti con i pazienti, creano confusione, possibili abusi interpretativi da parte delle aziende sanitarie e delle regioni, quindi un forte contenzioso amministrativo e, spesso giudiziario".

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