VIENNA. Nuove tragedie e drammatici episodi segnano l'esodo biblico dei profughi in fuga da guerra e povertà: in Austria, teatro della strage del tir con 71 cadaveri a bordo, un altro camion con 26 profughi è stato fermato al confine con la Germania. Tre bimbi, trovati in stato di grave disidratazione, «stanno recuperando» in ospedale. E in Libia, dove il doppio naufragio di giovedì notte è costato la vita a «300 migranti», compresi tanti bambini, le milizie di Zuwara hanno arrestato tre scafisti. Li hanno costretti a mettersi in posa e a farsi immortalare con in mano le foto dei bimbi trovati morti sul bagnasciuga il giorno della strage.
Il segretario dell'Onu Ban Ki moon ha promosso un incontro straordinario tra capi di Stato e di governo il 30 settembre al Palazzo di Vetro. Plaude il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco, «un bel gesto», mentre il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sottolinea che dopo le ultime tragedie «ora l'Ue sa, è un dramma di tutti». L'autista del camion fermato oggi in Austria è stato arrestato: è un romeno di 29 anni, che ha tentato di darsi alla fuga quando la polizia gli ha intimato di fermarsi lungo una strada nei pressi della cittadina di St. Peter am Hart. I piccoli trovati a bordo, «si stanno riprendendo» e sono stati salvati «in extremis»: «Non avrebbero resistito molto altro tempo», afferma la polizia austriaca.
Intanto, proseguono le indagini sul tragico ritrovamento lungo la A4 nel Burgenland di 71 cadaveri, tra i quali quelli di 8 donne e 4 bambini, sul 'tir della mortè come è stato ribattezzato. I quattro fermati in Ungheria, tre bulgari e un afghano, hanno detto agli inquirenti di non aver commesso alcun crimine. Il tribunale ha deciso una detenzione cautelare di 30 giorni, loro hanno presentato appello. Sono accusati di traffico di esseri umani: il processo si svolge a Kecskemet, la città da dove sarebbe partito il tir prima di caricare i profughi nei pressi del confine serbo. La procura austriaca indaga invece per omicidio plurimo in relazione al ritrovamento dei cadaveri. Ma, come in passato, l'ennesima strage non ferma i profughi: una ragazzino di 15 anni è stato trovato morto, asfissiato, su uno yacht che trasportava altri 59 migranti. Il battello è stato fermato davanti all'isola di Simi da una nave dell'operazione Frontex, dopo aver cercato di speronare il vascello dei militari. Secondo fonti locali gli scafisti avrebbero aperto il fuoco contro la nave Frontex, ma non c'è alcuna conferma ufficiale.
E i gommoni sono partiti anche oggi dalla Libia: il battello Dignity I di Medici senza Frontiere (Msf) ha salvato 128 migranti davanti alle coste della Tripolitania. Tra loro anche 6 bimbi e 20 donne. La scia di sangue ha scatenato la rivolta: a Zuwara, il porto libico a ovest di Tripoli da cui sono partiti nell'ultimo anno decine di migliaia di profughi, i residenti sono scesi a centinaia in strada, innalzando cartelli con la scritta «Zuwara non deve essere nelle mani dei sanguisughe». I tre arrestati, tutti libici, sono nelle mani del Consiglio cittadino che sembra seriamente intenzionato a porre fine al traffico di essere umani che pure alimenta un giro d'affari importante di cui beneficiano in molti. Si teme ora la reazione dei trafficanti. Nell'ultima strage, stima il Guardian, sono «fino a 300» le vittime. Sui barconi naufragati c'erano in tutto circa 500 persone, la conferma è arrivata anche dall'Onu: 198 sono state messe in salvo. I cadaveri recuperati sono 110. Fino a 200 i dispersi. Tira infine un sospiro di sollievo il camionista italiano 50enne arrestato nel Surrey, Inghilterra meridionale, dopo che a bordo del suo camion frigo erano stati trovati 27 migranti. Secondo una prima ricostruzione, non sapeva che si trovassero all'interno del suo camion e sarebbero stati loro stessi a confermarlo alle autorità e a dire che erano saliti a bordo di nascosto.
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