ISERNIA. «La mia casa non può essere benedetta perchè dentro c'è l'urna che contiene le ceneri di mio figlio? Non è possibile». È lo sfogo di Donato Passanese un 60enne di Isernia che a novembre dell'anno scorso ha perso un figlio di 30 anni, Fabio. I suoi organi sono stati donati e consentono di vivere a sette persone. «Fabio - racconta Donato Passanese - era credente, praticante come tutta la famiglia, e faceva parte di un gruppo di preghiera. Con tutta la famiglia abbiamo deciso per la cremazione e per la conservazione dell'urna a casa, con tutte le autorizzazioni richieste. Il nostro è un gesto d'amore. Per questo non comprendo perchè la nostra casa non puo più essere benedetta».
Passanese ha detto «di essersi rivolto al segretario del vescovo e al vicario del prelato per avere spiegazioni, e di non aver avuto alcuna risposta. Cercherò di arrivare fino a Papa Francesco». Il vicario del vescovo, Don Claudio Palumbo, contattato telefonicamente ha detto che «le porte della Curia sono aperte». «Monsignor Camillo Cibotti - ha aggiunto - sarà sicuramente disponibile a ricevere il signor Passanese. Al momento non abbiamo avuto ancora una richiesta». In merito alla benedizione non impartita dai sacerdoti, don Claudio Palumbo ha precisato che «lo prevede il nuovo rituale funebre, disciplinato dalla liturgia».
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