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Ars, dopo gli arresti per voto di scambio
è resa dei conti sui posti di potere

Commissioni azzerate e addio a 4 gruppi: Megafono, Mpa, Lista Musumeci, Pid. Per la poltrona già di Dina e da cui si controlla la spesa, fra M5S e Forza Italia può spuntarla il Pd

PALERMO. Parte la caccia alla commissione Bilancio, a cui aspirano grillini, Forza Italia, Pd e Udc. Da questa postazione, liberatasi per via dell’arresto di Nino Dina, scatterà una rivoluzione nella mappa del potere all’Ars. Tutti i posti di vertice saranno probabilmente riassegnati.

In più scompariranno quattro gruppi parlamentari e l’Udc potrebbe tornare a riabbracciare gli esuli di Sicilia democratica dando vita a una federazione che ha l’obiettivo di rilanciare i centristi in termini numerici ed elettorali. L’inchiesta che ha portato agli arresti Nino Dina (Udc) e Roberto Clemente (Pid) ha fatto esplodere la polveriera Parlamento. Il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, riunirà domani i capigruppo per iniziare a smontare l’attuale puzzle in vista della successiva ricomposizione.

Il nodo è, ovviamente, la Bilancio: la postazione da cui si governa il flusso di finanziamenti regionali. Ruolo chiave soprattutto in vista della Finanziaria bis, che l’Ars dovrà votare a luglio. L’Udc rischia di perdere questa commissione. E i primi a rivendicarla sono i grillini: «Si aprirà una sfida - anticipa Giancarlo Cancelleri - e la nostra richiesta è legittima visto che siamo stati i primi a contestare Nino Dina e a chiedere il rinnovo delle commissioni. Inoltre siamo l’unico partito escluso dal consiglio di presidenza». Supponendo che riescano ad arrivare alla commissione Bilancio, i grillini dovrebbero però cedere la Ambiente, oggi guidata da Giampiero Trizzino.

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