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Sms alle sue allieve: arrestato un insegnante 60enne per stalking

E' rinchiuso nel carcere di Arezzo da venerdì mattina con l'accusa di stalking e possesso di materiale pedopornografico il professore sessantenne accusato di aver mandato messaggi sulle chat «whatsapp» e «messanger» dal contenuto «spinto» ad alcune studentesse 14enni

AREZZO.  È stato immediatamente sospeso dall'insegnamento ed è rinchiuso nel carcere di Arezzo da venerdì mattina con l'accusa di stalking e possesso di materiale pedopornografico il professore sessantenne accusato di aver mandato messaggi sulle chat «whatsapp» e «messanger» dal contenuto «spinto» ad alcune studentesse 14enni della scuola dove insegna, un liceo aretino.

Secondo la ricostruzione fatta dal dirigente della squadra mobile Giovanni Schettino, a mettere in allarme la polizia era stato proprio un compagno di scuola delle ragazzine prese di mira, in tutto tre, al quale le stesse avevano mostrato i messaggi, mandati attraverso le due chat, aperte inizialmente per scopi didattici. Il docente, che risiede nel Valdarno aretino, è stato fermato dalla squadra mobile di Arezzo dopo che, nel computer della sua abitazione e in quello della scuola dove insegna, gli agenti, insieme ai colleghi della polizia postale, avevano rinvenuto molto materiale pedopornografico non riguardante però le giovani studentesse. Nei messaggi inviati alle ragazze della scuola il professore le avrebbe invitate ad andare al mare con lui oppure a cena fuori e a mandare foto, cosa che categoricamente le 14enni non hanno mai fatto. La madre dello studente ha avvisato la polizia che, in tre giorni, ha chiuso il caso non facendo rientrare neppure il docente a scuola dal momento che è stato arrestato venerdì mattina prima dell'ingresso a lezione.

Le accuse per lui vanno dallo stalking, quello messo in atto nei confronti delle
ragazzine, al possesso di materiale pedopornografico. Attualmente il professore, che ha una compagna e un figlio ed insegnava al liceo da un anno, si trova in carcere ad Arezzo a disposizione del procuratore capo Roberto Rossi e del sostituto Elisabetta Iannelli. «Da sottolineare - ha detto il dirigente della squadra mobile Schettino - il coraggio delle ragazzine che non hanno mai ceduto alle lusinghe del professore facendo emergere, con l'aiuto del compagno di scuola, il caso».

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