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Beni confiscati «case popolari
negli appartamenti tolti alla mafia»

Il direttore dell’Agenzia nazionale, Umberto Postiglione: dando un alloggio a una famiglia bisognosa, si offre un segnale concreto dell’azione dello Stato

PALERMO. Gli appartamenti confiscati alla mafia diventeranno case popolari, un impiego sociale dei beni tolti a Cosa nostra che costituisce un’azione concreta nello spesso tormentato iter della lotta ai patrimoni delle cosche. Il prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, firmerà oggi con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, un protocollo per la consegna di immobili da destinare ad edilizia popolare con l’obiettivo di risolvere l’emergenza abitativa e venire incontro a molte famiglie disagiate.

 

Prefetto Postiglione, un’antimafia dei fatti più che delle parole...

«Parlerei di un percorso di legalità partecipata e percepita. Quando si assegna una casa in un qualsiasi posto della città a una famiglia bisognosa, si dà un segnale concreto dell’azione intrapresa dallo Stato e, al tempo stesso, si sottrae quella famiglia a un bacino di sottocultura. Insomma si dimostra concretamente, dando un tetto a chi ne ha realmente bisogno, che la lotta alla mafia produce risultati anche in termini sociali e in capacità di assistenza ai cittadini. Auspicherei la diffusione di una cultura della legalità a tutto tondo, capace di produrre risultati e di espandersi un po’ in tutte le fasce della popolazione».

 

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