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Spari al tribunale, a Milano non è la prima volta

MILANO. Quella di stamani, in cui un uomo, Claudio Giardiello,ha  sparato all'interno di un'aula di giustizia del tribunale di Milano, non l'unico caso avvenuto. Il 5 ottobre del 1987 infatti, in un' aula della Corte di Assise di Milano, in piazza Filangieri davanti al carcere di S. Vittore, durante la requisitoria del Pm Francesco Di Maggio al processo Epaminonda, il detenuto Nuccio Miano sparò, dalla gabbia dove si trovava, con una pistola ai coimputati Antonino Faro e Antonino Marano che erano in un'altra gabbia, e ferì due carabinieri.

I due militari furono raggiunti uno ad una coscia e uno al gluteo. Lo sparatore utilizzò una pistola calibro 7,65 assemblata con pezzi di varie pistole e con la matricola abrasa e esplose diversi colpi, la maggior parte dei quali andati a vuoto. Il processo nell'aula bunker faceva riferimento alle vicende di mafia della 'Milano nerà a cavallo tra gli anni '70 e '80, dominata dal clan dei catanesi di cui Angelo Epaminonda era il capo. Per quell'episodio il processo penale, svoltosi con il rito abbreviato, si concluse con la condanna di Miano a 12 anni di reclusione. Nel '92 poi il tribunale civile condannò Miano a risarcire i carabinieri feriti.

Nel palazzo di Giustizia di via Freguglia invece, il 28 aprile del 1994, durante una udienza l'aula del processo Cusani fu sgomberata d'urgenza alle 21 dai carabinieri che allontanarono il pm Antonio di Pietro e tutti i presenti, dopo che era stata trovata una bomba tipo Srcm da addestramento. L'ordigno, che poi risultò inerte, era stato lasciato sotto una panca fuori dall'aula.  Particolare curioso, dopo che il palazzo era stato evacuato ed erano stati completati tutti i controlli, Di Pietro tornò nel suo ufficio al quarto piano, seguito dai carabinieri della sua scorta e dal figlio Cristiano che all'epoca era in servizio come poliziotto.

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