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Cristiani perseguitati, il Papa chiede protezione: "La Comunità non sia inerte e muta"

In particolare, sono lieto di accogliere la delegazione del Movimento Shalom, che è arrivata all'ultima tappa della staffetta solidale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo

CITTÀ DEL VATICANO.Il Papa ha chiesto protezione per i «perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Auspico - ha detto - che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine», «preoccupante deriva dei diritti umani», e non «giri lo sguardo dall'altra parte».

«In questo bel clima pasquale saluto cordialmente - ha detto il Papa dopo aver recitato il Regina Coeli davanti alla piazza affollata da turisti e fedeli - tutti voi, cari pellegrini venuti dall'Italia e da varie parti del mondo per partecipare a questo momento di preghiera. In particolare, sono lieto di accogliere la delegazione del Movimento Shalom, che è arrivata all'ultima tappa della staffetta solidale per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo.

Il vostro itinerario sulle strade - ha aggiunto - è finito, ma deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera, preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati, per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi e sono tanti, possiamo tanti, possiamo dire che siano più numerosi che i primi secoli. Auspico - ha rimarcato - che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la comunità internazionale non volga lo sguardo da un'altra parte».

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