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Grandi Opere, due imprenditori arrestati dal Ros

Salvatore Adorisio e Angelantonio Pica sono accusati di corruzione in concorso

ROMA. Altri due arresti da parte del Ros nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti per le Grandi Opere: ai domiciliari sono finiti due imprenditori, Salvatore Adorisio e Angelantonio Pica, accusati di corruzione in concorso con l'ex top manager delle Infrastrutture Ercole Incalza, il suo  collaboratore Sandro Pacella e l'imprenditore Stefano Perotti, arrestati il 16 marzo. L'ordinanza di custodia cautelare, eseguita stamani dai carabinieri del Ros, è stata emessa il 31 marzo dal gip del tribunale di Firenze, su richiesta della Procura che indaga sulle tangenti per le Grandi opere.

Adorisio e Pica ricoprono gli incarichi, rispettivamente, di presidente del Cda e di amministratore delegato della 'Green field System srl', società ritenuta costituita, secondo l'accusa, per «mediare i rapporti di natura corruttiva fra Pertotti, Incalza e Pacella, con l'erogazione di somme di denaro per questi ultimi due». A Perotti sarebbe stato invece  garantito, quale contropartita, l'affidamento di incarichi di direzione lavori per numerose grandi opere infrastrutturali rientranti nella competenza della Unità Tecnica di Missione Grandi Opere del Ministero delle Infrastrutture, di cui Incalza era a capo.

Secondo quanto si legge negli atti dell'inchiesta, Adorisio e Pica «operano nella società 'Green Field' quali amministratori, ma anche quali prestanome per conto di Pacella, Incalza e Perotti». La società sarebbe in realtà riconducibile a questi ultimi due, i quali sarebbero appunto legati da «un rapporto societario di fatto». Per un breve periodo sono stati anche formalmente soci della Green System, poi hanno ceduto le loro quote proprio a Adorisio e Pica. Con la costituzione di questa società, secondo gli inquirenti, «si è configurato uno strumento per assicurare, soprattutto a Incalza, un flusso di utilità costante negli anni. La società risulta infatti spesso beneficiaria di contratti di consulenza con aziende pubbliche, tra le quali 'Ferrovie del Sud Est', ma ha rapporti anche con appaltatori di opere pubbliche, e a sua volta riversa utilità ai soci occulti o conferendo direttamente a Incalza delle consulenze (circa 700 mila euro tra il 2001 e il 2008) o conferendo lauti compensi ai suoi amministratori di facciata ed ai suoi soci occulti».

La Green Field e la galassia 'Spm' - riconducibile a Perotti, attraverso cui l'imprenditore avrebbe conseguito gli incarichi professionali per le grandi opere «quantificabili in circa un ventennio in non meno dell'1% di 25 miliardi di euro, pari a 250 milioni di euro» - vengono indicate come due realtà strettamente correlate tra loro, con «un'unità di disegno e di intenti». Entrambe, affermano i pm, «sono servite e servono per pagare la politica o per favorire persone indicate da Perotti»; con tali società il meccanismo della distribuzione di utilità, nell'ottica di perseguire le finalità illecite della associazione, è stato costantemente perseguito, tramite la predisposizione ed il pagamento di fittizi contratti di consulenza".

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