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Fisco, meno ricorsi pendenti in Sicilia

La relazione del presidente della commissione regionale Giovanni Battista Macrì

PALERMO. Meno ricorsi pendenti in primo grado, aumenta l’arretrato in appello. I ricorsi sui tributi circa la metà sono favorevoli ai contribuenti (46%), segno che l’amministrazione spesso commette degli abusi. E’ quanto emerge nella relazione del presidente della commissione regionale Tributaria della Sicilia Giovanni Battista Macrì che oggi nell’Aula Magna della Facoltà della Scuola delle Scienze Giuridiche ed Economico-Sociali di Palermo ha inaugurato l’Anno Giudiziario Tributario 2015. “Nelle Commissioni provinciali il numero delle controversie pendenti si è ridotto da 168.154 alla fine del 2013 a 148.281 alla fine del 2014  - ha detto Macrì - Nella Commissione tributaria regionale è aumentato il numero delle controversie pendenti al 31.12.2014, tanto presso la sede centrale di Palermo, che presso le sedi distaccate, passando da 25.386 a 28.602”. Rispetto agli 8.012 appelli pervenuti ne sono stati definiti 4.457, con un calo rispetto all’anno precedente, di circa il 10 per cento. Nelle  Commissioni Provinciali sono stati presentati 29.298 ricorsi, mentre ne sono stati definiti 44.834, con un incremento rispetto all’anno precedente di circa 300 controversie.

Sono sempre numerosi i ricorsi  dei contribuenti per violazioni formali, specie nei confronti dei concessionari della riscossione, che non sempre sono in grado di dare risposte adeguate e tempestive difese. La crisi si fa sentire anche sul fronte del pagamento delle tasse e tributi. “Si aggiungono – aggiunge Macrì - le difficoltà di pagamento proprie di questo periodo, con richieste di dilazioni, sospensioni e rinvii, che appesantiscono inevitabilmente le procedure; al riguardo, interessanti considerazioni sono contenute nella pregevole relazione del Garante del contribuente per la Sicilia, il quale giustamente osserva che occorre mettere il cittadino in condizione di potere adempiere ai propri obblighi in modo semplice e chiaro, senza disposizioni complicate, termini di scadenza troppo ravvicinati e tutto ciò che si è visto sul finire dell'anno decorso. In definitiva l’andamento della giurisdizione tributaria, nell’anno appena decorso, si conferma stabile”.

 

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