PALERMO. Lucia Borsellino ha chiesto ai tre ospedali pubblici catanesi che hanno rifiutato la piccola Nicole le cartelle cliniche di tutti gli altri bambini che occupavano i posti dei reparti di terapia intensiva. Dopo un vertice andato avanti per 9 ore all’assessorato comincia a delinerasi l’indagine interna, parallela a quella della magistratura che vedrebbe già fra i 15 e i 20 indagati. La neonata è morta mercoledì notte tre ore dopo il parto alla clinica etnea Gibiino, dove è stato riscontrato un problema respiratorio. Ma lì non c’è la terapia intensiva e - dopo che il Policlinico, il Garibaldi e il Cannizzaro hanno detto di non avere posti disponibili - è stata trasportata a Ragusa. Ma è morta lungo il percorso. Ora bisogna fare luce su quelle tre ore, le uniche di Nicole. Ieri in assessorato sono stati ascoltati i nastri registrati dal 118. Poi la Borsellino ha parlato con i protagonisti di questa tragedia. A piazza Ottavio Ziino si ipotizza un mix di cause e si parla di «vuoti organizzativi e di più di un responsabile». Crocetta è più esplicito: «Sicuramente ci sono responsabilità individuali, non di indirizzo politico-organizzativo. Ha sbagliato qualche medico, forse per sottovalutazione. E mi chiedo anche perchè la clinica non ha affidato la bambina al 118». Il riferimento è al fatto che è stata utilizzata un’ambulanza privata. L’assessore ha chiesto ai manager e ai primari dei tre ospedali di fornire entro oggi le cartelle cliniche di tutti i bambini che occupavano i posti nei reparti di terapia intensiva neonatale. C’era chi non doveva essere lì, qualcuno andava dimesso prima? La piccola Nicole avrebbe dovuto trovare posto a Catania, dove poteva essere curata con tempestività? «Verificheremo le condizioni di tutti i degenti nei reparti dei tre ospedali. Vogliamo capire leggendo le cartelle cliniche se si poteva spostare qualcuno in altri reparti, liberando il posto per Nicole» ha detto Crocetta. L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA