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Prete arrestato per violenza sessuale su una tredicenne: stupore a Pollina

Alcuni dicono di non sapere dell’arresto di don Paolino per le presunte violenze su una ragazza. Altri affermano: «Le sue prediche erano stupende»

POLLINA. C'era il sole ieri mattina a Pollina, il piccolo e suggestivo comune madonita sconvolto dall'arresto dell'ex parroco, don Paolino Marchese, avvenuto il giorno prima, per violenza sessuale compiuta anni fa su una minorenne di Aliminusa, paese dove all’epoca guidava la parrocchia. Da ottobre, don Paolino era andato via da Pollina, nessuno sapeva esattamente dove. Alle 10 c'è poca gente in giro per le strade. D'altra parte è domenica, giorno di festa e di riposo. La prima persona, all'ingresso del paese, dice di non sapere dell'accaduto, poi però afferma che con don Paolino erano compagni di scuola. Rimane basito: «So che era stato trasferito, non sapevo dove, chi diceva a Napoli, chi a Roma, ma di fronte a questa notizia, rimango davvero male. Stento a crederci».

Nel salone adiacente alla chiesa madre, c'è un gruppo, con dei giovani che cantano. Quando si parla di don Paolino, esitano un po', ma poi dicono: «Abbiamo saputo, siamo dispiaciutissimi e increduli. Per noi era un buon parroco. Ha fatto di tutto per avvicinare i giovani alla chiesa e creare un bel gruppo».

Don Paolino ha anche un profilo su Facebook, il suo ultimo post risale ad agosto. Aveva aggiornato la sua copertina, postando la foto del Teatro Pietra Rosa. Anche il parroco temporaneo di adesso, don Francesco Casamento, non vuole fare alcuna dichiarazione. Entrando in un tabacchi ci sono degli avventori e non tutti pare abbiano saputo dell'arresto di don Paolino. Un uomo dice che la notizia era riportata su un sito vicino alla foto del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma è infastidito ugualmente dalle domande. «Non vogliamo essere associati a quello che è accaduto e per fortuna non è successo mentre era parroco da noi», dice un uomo. Le poche persone che s'incontrano per strada non sono tutte disponibili a parlare.

C'è chi dice «non so niente», senza neanche fermarsi. Altri, nonostante il disagio, sia che lo sapessero già, sia che lo apprendono da noi, dicono: «Era un bravo prete, un buon confessore, siamo troppo dispiaciuti per lui e per la sua famiglia. Nessuno poteva mai immaginarlo», aggiungono. In piazza arriva anche il sindaco Magda Culotta, che dichiara: «L'ho saputo mentre ero impegnata nella votazione del nuovo presidente della Repubblica. Che posso dire? Sono sconvolta e dispiaciuta come lo è la mia comunità. Non aggiungo altro».

Alla messa delle 11, la navata centrale si riempie. Si celebra la giornata per la vita, come dice Papa Francesco «il futuro è dei piccoli e dei grandi», dirà il prete all'inizio della celebrazione, in cui, per tutto il tempo, non c'è stato nessun accenno a don Paolino. All'uscita dalla messa, ci sono tanti parrocchiani: donne, uomini, giovani e meno giovani. Fra di loro c'è chi ha già saputo la notizia e chi ancora no. C'è chi si ferma e c'è chi non vuole dire nulla e non gradisce la domanda. Una fedele dice: «Don Paolino era ed è una persona splendida»; ancora un'altra donna: «Per noi è stato un fulmine a ciel sereno. Le sue prediche erano bellissime. Sapeva dire le parole giuste al momento giusto». Il dispiacere, così come il disagio, si toccano con mano. Un giovane dice: «Speriamo nella giustizia». Abbiamo provato a chiamare la segreteria del vescovo della diocesi di Cefalù, cui fa capo Pollina: oltre venti tentativi ai quali nessuno ha risposto.

 

 

 

 

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