ROMA. «Alcuni credono che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli». Invece «la paternità» è «responsabile, questo è il punto». Anche al ritorno dal suo secondo viaggio in Asia Papa Francesco racconta il suo pensiero su aspetti non facili della vita dei cattolici: rispondendo alle domande dei giornalisti sull'aereo che lo riporta in Vaticano dalle Filippine parla di paternità, di corruzione, delle tensioni legate al terrorismo, della povertà. E ricorda con commozione la messa con le vittime del tifone: «A Tacloban quasi mi veniva da piangere, non so cosa mi sia successo». «Credo», ha aggiunto, che «dobbiamo piangere sull'ingiustizia, piangere sui poveri, piangere aiuta a capire nuove dimensioni della vita». Sulla procreazione dei figli, Bergoglio ha ricordato che «l' apertura alla vita è condizione al sacramento del matrimonio. Se un uomo non può dare il sacramento alla donna e la donna a lui, se non sono su questo punto d'accordo di essere aperti alla vita. A tal punto che se si può provare che questo o questa si è sposato con l'intenzione di non essere cattolica quel matrimonio è nullo e causa di nullità matrimoniale».
Ma, ha aggiunto il Papa, «questo non significa che il cristiano deve fare figli, io ho rimproverato alcuni mesi fa in una parrocchia una donna perchè era incinta dell'ottavo, e sette cesarei. »Ma lei vuole lasciare orfani sette?«, ma questo è tentare Dio», ha aggiunto il Papa. Altro argomento, il «pugno» e Charlie Hebdo: le sue parole di alcuni giorni fa sul pugno che anche un amico si può aspettare se ci insulta la mamma hanno fatto il giro del mondo. Così al ritorno da Manila i giornalisti chiedono chiarimenti a papa Bergoglio sul tema libertà di fede e di espressione e lui chiarisce: nessun pugno, ma neppure provocazioni, serve «prudenza». «In teoria - ha detto Papa Francesco - possiamo dire che una reazione violenta davanti una offesa, a una provocazione, in teoria se è una cosa buona, non si deve fare, in teoria. Possiamo dire quello che il Vangelo dice, dobbiamo dare l'altra guancia, in teoria possiamo dire che noi capiamo la libertà d'esprimere. E questo è importante, nella teoria siamo tutti d'accordo. Ma siamo umani e c'è la prudenza che è una virtù della convivenza umana».
Sul contrasto alla corruzione, Papa Francesco ha raccontato un aneddoto di quando era vescovo a Buenos Aires e appena nominato, ebbe a che fare con due persone che volevano corromperlo: «In quel momento io ho pensato 'cosa faccio?. Li insulto, gli do un calcio dove non batte mai il sole oppure faccio lo scemo. E ho fatto lo scemo». E poi l'appello per i poveri: «c'è sempre più assuefazione a vedere la grande povertà accanto alla ricchezza estrema. »Forse stiamo tornando alle «caste» e forse quando le persone vengono scartate e emarginate, si può parlare di «terrorismo di Stato», ha aggiunto il Papa. Infine i viaggi: Bergoglio ha parlato della sua volontà di andare entro il 2015 in Repubblica centrafricana e Uganda: è un programma «in via ipotetica», che è stato posticipato a causa del rischio Ebola connesso ai grandi raduni. Ma ora sembra che possa realizzarsi, «entro la fine dell'anno». E poi i viaggi certi del 2015: Stati Uniti (Filadelfia, Washington e New York) e Sud America (Ecuador, Bolivia e Paraguay). Per il 2016 pensa a una ulteriore tappa latinoamericana, con Cile, Argentina e Uruguay.
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