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Operai in condizioni disumane: sequestrate sette fabbriche cinesi

I reati ipotizzati, a vario titolo sono violazione delle norme sulla sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, sulla regolarità contrattuale, nonché sullo smaltimento di scarti di lavorazioni tessili

NAPOLI. Sette opifici clandestini gestiti da cinesi, nei quali loro connazionali lavoravano, mangiavano e dormivano in condizioni che gli investigatori hanno definito «disumane», sono stati scoperti e sequestrati dai carabinieri in un'operazione contro il lavoro sommerso e l'inquinamento nei comuni dell'hinterland vesuviano, nel Napoletano.

I titolari degli opifici, in tutto 17 persone di cui 15 di nazionalità cinese - si apprende dagli stessi carabinieri - sono stati denunciati. I reati ipotizzati, a vario titolo, nei riguardi dei titolari degli opifici denunciati in stato di libertà sono violazione delle norme sulla sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, sulla regolarità contrattuale, nonchè sullo smaltimento di scarti di lavorazioni tessili.

L'operazione è stata condotta dai carabinieri del gruppo di Torre Annunziata (Napoli) e del gruppo per la tutela del lavoro di Napoli e ha portato al controllo di numerose attività produttive e commerciali, soprattutto di piccole dimensioni.

Sono state contestate un centinaio di violazioni a norme penali  penali (per un importo complessivo che supera i 500mila euro) e circa 50 sanzioni amministrative. Sono stati inoltre sequestrati una pasticceria un ristorante di fortuna abusivi, oltre a una rivendita di occhiali irregolare.

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