PALERMO. I trasferimenti d’ufficio dei regionali si fermano. Così i sindacati hanno vinto il primo round. Gli uffici con carenze d’organico andranno in tilt, a cominciare dalla Formazione, dove si era registrato un vuoto di personale in un settore nevralgico dell’amministrazione: dalla spesa dei fondi comunitari ai pagamenti agli enti di formazione e relativi stipendi del personale, tutto adesso rischia di rallentare.
Dopo i primi 25 spostamenti, l’assessore alla Funzione pubblica, Marcella Castronovo, ha bloccato le procedure in attesa che si trovi una soluzione condivisa. Ma all’Aran, organico regionale che ha proprio il compito di trattare con i sindacati, nulla si muove da settimane. “Attendiamo nuova convocazione - dice Enzo Abbinanti della Cgil - ma servirà un ragionamento complessivo su tutta la macchina regionale". Mentre Gigi Caracausi della Cisl si dice “soddisfatto per la decisione dell’assessore, adesso dobbiamo rivederci per trovare un’intesa”. Dello stesso avviso Luca Crimi della Uil, per il quale "si attende una convocazione per far ripartire la trattativa in un clima più sereno".
La questione riguarda lo spostamento dei regionali da un ufficio. A livello nazionale una norma varata dal governo Renzi ha stabilito che i trasferimenti possano avvenire nel raggio di 50 chilometri in maniera immediata. Ma in Sicilia i sindacati hanno attaccato il governo regionale spiegando che la benzina costa più cara, i mezzi pubblici sono carenti e la distanza di 50 chilometri nell’Isola penalizza di più i dipendenti. Era così iniziata la trattativa all’Aran per trovare un accordo sui criteri, ma nel frattempo il capo del personale, Luciana Giammanco, su indicazione della Giunta, aveva recepito le norme nazionali e avviato i trasferimenti sostenuta dall’assessore e vicepresidente della Regione, Maria Lo Bello. Ma i sindacati sono insorti e il neo assessore Castronovo ha congelato i trasferimenti in attesa di un accordo condiviso.
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