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I dati sull’abusivismo edilizio non arrivano: ispettori in 200 comuni

Gli enti locali dovevano segnalare al sistema informatico i casi di demolizione

PALERMO. Presi da mille impegni, o forse colpiti da una rara forma di sbadataggine, i Comuni siciliani continuano a dimostrarsi ritardatari cronici nella segnalazione alla Regione dei casi di abusivismo scoperti sul proprio territorio. Così i dati raccolti dalla polizia municipale restano ben chiusi nei cassetti e le procedure per la demolizione vanno più che mai a rilento.

E pazienza se le sanzioni previste sono severissime e possono arrivare fino alla rimozione del capo dell’ufficio tecnico o del segretario generale. Tanto, a memoria d’uomo, nessuno ricorda alla Regione l’applicazione di questa sanzione.
Il dirigente generale dell’Urbanistica, Maurizio Pirillo, è stato costretto a inviare le ispezioni in poco meno di 200 Comuni per capire cosa sta succedendo e sollecitare l’invio dei dati tramite il sistema informatico on line. Una procedura non certo difficile, tanto che il sospetto, all’amministrazione regionale, è che dietro ai ritardi ci possa essere una sorta di complicità di alcuni enti locali: dal momento in cui i dati vengono inseriti nel sistema, infatti, i casi di abusivismo arrivano all’attenzione delle Procure e i Comuni devono attivare le procedure di demolizione.

Solo un sospetto, sia chiaro, ma è proprio per questo motivo che i funzionari dell’urbanistica stanno visitando ciascuno decine di municipi per sbloccare la situazione. I Comuni dovrebbero caricare due tipologie di dati: ogni 15 giorni gli abusi scoperti dai vigili urbani e poi annualmente lo stato dell’arte sulle sanatorie. In entrambi i casi si registrano ritardi.

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