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Lampedusa, è scontro sul nuovo Centro di accoglienza

L’isola sembra proprio contraria alla riapertura della struttura, e che sarà gestita dalla Confederazione nazionale delle Misericordie che si è aggiudicata l’appalto

 LAMPEDUSA. Lampedusa non vuole la riapertura del centro di accoglienza chiuso lo scorso anno dopo lo scandalo dei migranti lavati e disinfettati con gli idranti i cui video finirono sui media di tutto il mondo. L’isola sembra proprio contraria alla riapertura della struttura, e che sarà gestita dalla Confederazione nazionale delle Misericordie che si è aggiudicata l’appalto in seguito a una procedura negoziata della Prefettura di Agrigento. A dirigerla c’è Lorenzo Montana. Il giorno dopo la commemorazione delle 368 vittime del naufragio avvenuto il 3 ottobre di un anno fa che portò sull’isola Papa Francesco, a Lampedusa, non si placano le polemiche.

Sui cartelli esposti in piazza, si leggono ancora slogan come «Vogliamo vivere di turismo, no clandestini», «Centro uguale a terrorismo, morti in mare, malattie, mafia», e ancora «Non siamo italiani di serie B».

In testa alla protesta c’è Totò Martello, ex sindaco, albergatore e presidente del Consorzio dei pescatori di Lampedusa che due giorni addietro ha dato vita a una «contro manifestazione», con il lancio in mare di una corona di fiori qualche ora prima della cerimonia con le autorità.

«In questa stagione - spiega Martello - abbiamo avuto un calo del 40 per cento della presenze alberghiere. All'appello mancano qualcosa come 28 mila turisti. Le iniziative organizzate per l'anniversario della strage, sono state un’inutile passerella con in testa il presidente del parlamento europeo Martin Schulz, della Boldrini e del ministro Mogherini. Noi protestiamo anche contro l'annunciata costruzione sull'isola di cinque radar che metteranno in serie pericolo la nostra salute e il futuro dei nostri figli». I manifestanti hanno attaccano il sindaco Giusi Nicolini per la convenzione con il magnate americano George Soros, che sta finanziando una serie di iniziative sull'isola, a cominciare dal Festival Sabir che si sta svolgendo in questi giorni proprio in occasione dell'anniversario della tragedia di un anno fa. «Vogliamo capire - dice Martello - quali sono i reali interessi di Soros e il perchè di un accordo che è stato siglato senza che il consiglio comunale venisse informato». E a Lampedusa protestano anche gli studenti della scuola elementare per i locali inagibili che costringono ai doppi turni. La Nicolini contrattacca e definisce false9 e strumentali le accuse».

«Il centro di accoglienza - sostiene il sindaco - non è mai stato chiuso perchè è stato utilizzato come presidio d'emergenza in caso di nuovi arrivi sull'isola che quest'anno, grazie all'operazione Mare Nostrum, sono stati solo 3 mila. È vero invece che sono stati ristrutturati i due padiglioni incendiati nel 2011, aumentando la capienza da 250 a 388 posti letto. A meno che non si preferisca far dormire i migranti per strada». Il sindaco liquida anche come una «invenzione» la paventata costruzione di cinque nuovi radar sull'isola. «C'è solo un progetto - dice - per riammodernare i due impianti dell'aeronautica militare e della Marina, presenti fin dal 1986, ai tempi in cui Gheddafi lanciò due missili contro l'isola. Abbiamo già chiesto di acquisire la valutazione di impatto ambientale e il parere preventivo dell'Arpa per conoscere l'effetto di un eventuale aumento delle radiazioni elettromagnetiche sulla popolazione».

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