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Palermo, telefonate private dal carcere: processo da rifare per l'ex direttrice del Pagliarelli

Annullata con rinvio la condanna della Brancato. La difesa: i costi di quelle chiamate sono risibili. Disposto un nuovo giudizio, non si conoscono le motivazioni. Accusata di truffa, falso e peculato. In appello ebbe due mesi commutati in 2.660 euro

PALERMO. Le chiamate a spese dello Stato sarebbero costate solo 20 euro e 32 centesimi: i conti li fa la difesa di Laura Brancato, l’ex direttrice del carcere di Pagliarelli silurata a causa di un processo con accuse di truffa, falso e peculato. Condannata a un anno in tribunale e a due mesi e 10 giorni (commutati in 2660 euro) in appello, ora l’imputata - come riportato oggi sulle pagine del Giornale di Sicilia - ha ottenuto l’annullamento della condanna da parte della Cassazione, che ha ordinato un nuovo giudizio contro la Brancato.

Non si conoscono i motivi della decisione, ma l’avvocato Vincenzo Lo Re ha puntato su argomenti circostanziati e specifici, come ad esempio la particolare tenuità del danno alle casse dello Stato, quando la Suprema Corte impone, per la punibilità del peculato d’uso, il criterio dell’«apprezzabile valore economico delle telefonate effettuate dall’utenza di servizio».

Un altro errore materiale riguarda la valutazione della durata delle chiamate, perché il contatore del carcere di Pagliarelli misura i secondi anche delle chiamate senza risposta: fatta la «scrematura» delle conversazioni effettive, i costi delle ventisette chiamate ritenute «significative» e finite nel mirino dei magistrati ammontano a 20,32 euro. E anche il paragone fatto nelle sentenze con un altro caso, riguardante un ambasciatore che, per guardare siti porno, aveva speso 39 mila euro, viene indicato come non conducente.

 

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