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"Interruzione della raccolta" a Palermo, 400 netturbini rischiano il processo

Secondo l'accusa, tra il 23 e il 26 marzo del 2012, i netturbini, già individuati dalla Digos, avrebbero arbitrariamente interrotto il servizio

PALERMO. Il pm Geri Ferrara ha chiuso le indagini per oltre 400 netturbini dell'ex Amia, l'azienda che si occupava della raccolta dei rifiuti a Palermo.

Secondo l'accusa, tra il 23 e il 26 marzo del 2012, i netturbini avrebbero arbitrariamente interrotto la raccolta dei rifiuti in città e sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio.

La Digos ha individuato gli operatori che adesso rischiano il processo.

 

Nei giorni scorsi era stata chiusa un'altra inchiesta su 126 dipendenti della Rap (la nuova azienda della raccolta rifiuti) sempre per interruzione di pubblico servizio tra Natale 2012 e Capodanno 2013.

Da quest'ultima inchiesta sarebbe emerso che molti dipendenti, proprio a ridosso delle Feste natalizie, avrebbero esibito certificati di malattia o sarebbero stati in permesso sindacale mandando in tilt i turni di raccolta dei rifiuti in città.

Tra gli indagati ci sarebbero anche due dirigenti, i quali non rispondono, come gli altri, di interruzione di pubblico servizio, ma sono accusati di aver violato un contratto di pubbliche forniture, quello che lega l’azienda al Comune.  In particolare, secondo la Procura, i due dirigenti non avrebbero stilato un apposito ordine di servizio per i giorni festivi del 25 e del 26 dicembre, permettendo così – sostiene l’accusa – a numerosi dipendenti di assentarsi dal lavoro anche in modo pretestuoso.

I due non avrebbero inoltre stilato un ordine di servizio neppure per il primo gennaio, che sarebbe stato ancora più necessario visto il caos che si era creato dopo Natale. Infine, entrambi non avrebbero rispettato l’obbligo di garantire i servizi essenziali di raccolta dei rifiuti durante le Festività e permesso di conseguenza l’abbandono indiscriminato di rifiuti in città.

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