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Stato-mafia, indagini su Mori e il suo ruolo al Sid

PALERMO.  Il ruolo dell'ex generale Mario Mori nel Sid, il vecchio servizio segreto militare, e il suo improvviso allontanamento dall'agenzia, sono il nuovo spunto su cui indaga la Procura di Palermo che ha depositato un'enorme mole di documenti sugli inizi di carriera dell'ex ufficiale, imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia.   
Il materiale è stato trasmesso anche alla Procura generale che rappresenta l'accusa al processo d'appello in cui Mori è accusato di favoreggiamento aggravato alla mafia. In primo grado venne assolto.   
Attraverso un lungo e complesso lavoro investigativo, anche negli archivi dei Servizi, i magistrati hanno accertato che l'ex generale, nel 1973, da giovanissimo carabiniere, venne chiamato al Sid da Federico Marzollo, uomo dell'ex direttore del Servizio Vito Miceli, poi arrestato per cospirazione nell'ambito dell'inchiesta «Rosa dei Venti». Mori svolse funzioni operative anche relative al terrorismo nero, con nomi di copertura, tra il 1973 e il 1974. Nel 1975, improvvisamente, nonostante gli encomi ricevuti, l'ufficiale venne allontanato. Poco prima i magistrati di Padova che indagavano sulla Rosa dei Venti, un'organizzazione segreta paramilitare coinvolta anche nel piano Solo, il tentativo di golpe messo a segno dal generale De Lorenzo, chiesero al Sid una foto segnaletica di Mori. Perchè?, si chiedono i pm.    E perchè Mori venne allontanato dal Sid urgentemente con la disposizione tassativa di lasciare Roma?    
Nel frattempo l'inchiesta sulla Rosa dei Venti, dopo un conflitto tra i pm, passò alla Procura di Roma che vedeva una connessione dell'indagine con quella, condotta nella Capitale, sul golpe Borghese.   
Altro dato curioso, il comando generale chiese al Sid nel 1978 se Mori poteva tornare a lavorare a Roma. E il Sid rispose che l'ufficiale non poteva fare rientro nella Capitale fino alla celebrazione del processo sul golpe Borghese.   
Strane vicende, secondo i pm che indagano sull'ex generale. I magistrati hanno sentito sul punto l'ex pm che indagò sulla Rosa dei Venti, Giovanni Tamburino, fino a un mese fa a capo del Dap.

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