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Omicidio Yara, gli investigatori seguivano Bossetti da molto tempo

MILANO. Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio, sarebbe il nipote biologico (non anagrafico perchè figlio illegittimo) della donna di servizio della famiglia Gambirasio. Non si esclude, dunque, che l'uomo conoscesse Yara.
La madre di Massimo Giuseppe Bossetti, inoltre, fu sottoposta al test del dna alcuni mesi fa. La svolta è avvenuta grazie alla segnalazione di vecchio amico di Giuseppe Guerinoni. È quanto rivelato dall'inviato Giorgio Sturlese Tosi durate la diretta dello speciale «Segreti e delitti» in onda su Canale 5. Sempre durante la trasmissione, l'inviata Ilaria Cavo ha detto che la mamma di Bossetti si chiamerebbe Ester e vivrebbe a Terno d'Isola, un altro paesino a pochi chilometri da Brembate e Mapello.
LA MADRE DI BOSSETTI: "SE E' STATO LUI DEVE PAGARE". «Poteva succedere a un nostro conoscente, invece è successo a noi. Se è stato lui, deve pagare»: così Ester Arzuffi, la mamma di Massimo Giuseppe Bossetti, ha detto rivolta ad una vicina, secondo quanto si è ascoltato al citofono di casa che era aperto, nella palazzina di Terno d'Isola, paesino della bergamasca dove vive col marito.
Al secondo piano della palazzina di Terno d'Isola, Ester Arzuffi, è chiusa in casa, non risponde al citofono e al momento non vuole rilasciare dichiarazioni. Con lei, nell'abitazione ci sarebbe il marito Giovanni, e due donne, che sono arrivate in tarda mattinata. Solo a loro la madre di Bossetti ha aperto la porta. A Terno d'Isola, per un breve periodo dopo il matrimonio, avrebbe vissuto anche il figlio Massimo Giuseppe, assieme alla moglie e madre dei suoi tre figli, Marita Comi.

LE INDAGINI. Non solo Dna. Quella che ha portato i carabinieri del Ros a individuare e a fermare Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore 44enne accusato di essere l'assassino di Yara Gambirasio, è stata una indagine che si è svolta attraverso metodi tradizionali e che ha trovato al conferma del quadro indiziario dalla compatibilità dei profili genetici.
UN GRUPPO DI SOSPETTI. Bossetti rientrava nel gruppo di soggetti che gli investigatori avevano individuato come coloro che potevano essere, in qualche modo, coinvolti nel delitto. Una cerchia piuttosto ampia - perchè qualsiasi tipo di legame con la vittima è stato preso in considerazione - e che poi si è progressivamente ristretta.
LA CELLA TELEFONICA - In particolare, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, nel provvedimento di fermo si contesterebbe il fatto che il cellulare di Bossetti è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, nell'ora in cui sarebbe avvenuto l'omicidio. Quindi l'uomo si trovava proprio lì, in un raggio di spazio sufficientemente circoscritto, nel momento in cui Yara veniva ammazzata.
LE POLVERI DI CALCE. Inoltre Bossetti è un muratore e questo ha contribuito ad addensare i sospetti su di lui. Le indagini si sono infatti concentrate, in particolare, su chi all'epoca lavorava nel mondo dell'edilizia: questo a causa delle polveri di calce trovate sul corpo e, soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara.
LE 'AMICIZIE' DELL'AUTISTA. Il cerchio si è stretto ulteriormente grazie ad indagini che si sono concentrate sul quadro relazionale di Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno
morto nel 1999 e individuato come il padre illegittimo dell'assassino. Gli investigatori, attraverso l'acquisizione di decine di testimonianze, hanno cercato di individuare la donna che avrebbe avuto una relazione con l'uomo e, infine, l'hanno trovata.
LA MADRE DEL PRESUNTO ASSASSINO. Era emigrata all'inizio degli anni '70 da un comune all'altro, sempre nella zona, forse proprio per sfuggire alla «vergogna» di una gravidanza non desiderata. I carabinieri sono risaliti a lei dopo aver identificato che potrebbero avere avuto una relazione con l'uomo, concentrando comunque le ricerche in quell'area, e le hanno sottoposte a controlli del Dna, insieme a migliaia di altre persone che, per altri versi, avrebbero potuto avere un collegamento con il crimine.
IL DNA. I risultati si sono conosciuti solo da pochi giorni e la compatibilità con il Dna delle tracce biologiche trovate sul corpo di Yara ha immediatamente indirizzato i carabinieri sul figlio della donna. A questo punto mancava solo l'ultima conferma, la «prova regina»: è stato ricavato il dna di Bossetti - fermato ieri sera per un normale controllo stradale e sottoposto ad alcoltest con l'etilometro - e la compatibilità con il sangue trovato sugli slip della ragazza lo avrebbe definitivamente incastrato. «C'è coincidenza perfetta», assicurano gli investigatori.

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