PALERMO. Sono un centinaio le persone iscritte nel registro degli indagati dai pm di Palermo, nell'ambito dell'inchiesta sull'emergenza rifiuti nel capoluogo siciliano. Si tratta dei dipendenti dell'Amia e dell'Amia Essemme, le ditte che gestiscono la raccolta dell'immondizia e lo spazzamento delle strade in città, che avrebbero determinato il blocco delle attività nei giorni scorsi impedendo ai colleghi di lavorare. I magistrati gli contestano l'interruzione di pubblico servizio.
Lo stop della raccolta ha causato gli accumuli dei rifiuti che hanno fatto scattare l'emergenza. A identificarli è stata la Digos, intervenuta durante i picchettaggi che hanno impedito agli automezzi dell'Amia di uscire dal deposito di Brancaccio. La procura indaga anche per violenza privata e frode in pubbliche forniture e sta valutando eventuali danni alla salute dopo le denunce di malori presentate da alcuni cittadini.
Rifiuti a Palermo, un centinaio di netturbini indagati
Coinvolti nell’inchiesta sull’emergenza dipendenti di Amia e Amia Essemme. Avrebbero determinato il blocco delle attività impedendo ai colleghi di lavorare
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