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Stato-mafia, i giudici: la trattativa ci fu

Nella motivazione della sentenza del processo a Francesco Tagliavia per le stragi del '92-'93 i magistrati scrivono: "L'iniziativa fu assunta da rappresentanti dello Stato e non dagli uomini di mafia"

FIRENZE. Nei primi anni '90 la trattativa tra Stato e Cosa nostra "indubbiamente ci fu e venne quantomeno inizialmente impostata su un do ut des". Così è scritto nella motivazione della sentenza del processo a Francesco Tagliavia per le stragi del '92-'93. "L'iniziativa fu assunta da rappresentanti dello Stato e non dagli uomini di mafia".
Dalla ''disamina" delle dichiarazioni "di soggetti di così spiccato profilo istituzionale esce una quadro disarmante che proietta ampie zona d'ombra sull'azione dello Stato nella vicenda delle stragi". E' quanto si legge nella motivazione della sentenza del processo a Francesco Tagliavia per le stragi del '92-'93 svoltosi a Firenze dove sono stati ascoltati come testimoni anche gli ex ministrI Nicola Mancino e Giovanni Conso. "Ombre che questo processo - continuano i giudici - non hanno potuto dipanare".


"FORZA ITALIA NON FU MANDANTE". Al processo contro Francesco Tagliavia per le stragi del '92/'93 "non ha trovato consistenza l'ipotesi secondo cui la nuova 'entita' politicà" si sarebbe addirittura posta come mandante o ispiratrice delle stragi". Lo scrivono i giudici fiorentini nelle motivazioni della sentenza sui rapporti di Cosa Nostra con la nascente Forza Italia.

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