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Palermo, Romeo: "Bisogna rinnovare la classe dirigente"

«Non è più tempo di deleghe in bianco». La Chiesa palermitana fa sentire il suo appello in vista delle elezioni amministrative di maggio e invita gli elettori a non «barattare il proprio voto a scapito del bene comune». Il documento che indica la strada di una partecipazione consapevole e motivata al voto è stato presentato oggi dall'arcivescovo

PALERMO. «Non è più tempo di deleghe in bianco». La Chiesa palermitana fa sentire il suo appello in vista delle elezioni amministrative di maggio e invita gli elettori a non «barattare il proprio voto a scapito del bene comune». Il documento che indica la strada di una partecipazione consapevole e motivata al voto è stato presentato oggi dall'arcivescovo cardinale Paolo Romeo.


Non si tratta, ha spiegato il presule, di un documento di condanna, ma di una riflessione che vuole coinvolgere tutti, compresi i candidati. Non è la prima volta che l'arcivescovo interviene sui temi della campagna elettorale (lo aveva già fatto a gennaio) per richiamare l'esigenza di comportamenti eticamente corretti («no agli atteggiamenti parassitari e irresponsabili») e per toccare argomenti concreti. «Dobbiamo prima di tutto - ha detto - guardare attorno ai noi e individuare cosa non va. Quindi dare il nostro contributo per la soluzione dei problemi».    


Il documento si intitola infatti «Una comune responsabilità per Palermo» e contiene, fra l'altro, un forte invito perchè sia rinnovata la classe politico-amministrativa, prendendo le distanze da chi abusa del proprio potere non concedendo più «deleghe in bianco». Va superata, sottolinea il documento, la fase di «decadimento economico e sociale che Palermo ormai da troppo tempo attraversa».


Tra i temi «concreti» si segnalano la perdita «emorragica dei posti di lavoro», l'aumento della povertà, l'inefficienza di servizi pubblici essenziali ma soprattutto «l'incapacità degli amministratori locali di comprendere la gravità del momento». Da qui la richiesta di un «nuovo modello di governo» che guardi ai giovani e a una «nuova cultura del lavoro produttivo». Tutto questo sostenuto dal «coraggio di sottrarsi al condizionamento della mafia» con un voto libero e senza deleghe al buio.

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