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Case all'asta a basso costo, 15 arresti ad Agrigento

Con minacce di ritorsioni nei confronti di commercianti, avvocati e privati cittadini, una banda riusciva a manipolare gli esiti delle vendite giudiziarie, acquisendo a basso prezzo immobili a Licata

AGRIGENTO. Con minacce di gravi ritorsioni nei confronti di commercianti, avvocati e privati cittadini, una banda riusciva a manipolare gli esiti delle aste giudiziarie, acquisendo a basso prezzo immobili a Licata.
E' quanto emerge da un'inchiesta della Procura di Agrigento, culminata in 15 arresti eseguiti dai carabinieri in esecuzione di un ordine di carcerazione. Il Gip ha disposto anche tre divieti di dimora. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, estorsioni, usura, detenzioni di arma e spaccio di droga. Secondo le indagini dei militari, a Licata operava un gruppo che gestiva le aste giudiziarie, ricorrendo a minacce e violenze di vario tipo, specie nei confronti dei professionisti incaricati di vendere i beni pignorati.
Dagli accertamenti sarebbe emerso che sarebbero stati minacciati anche giudici della sezione Esecuzioni immobiliari di Agrigento, che però non si sarebbero fatti intimorire. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip Luisa Turco su richiesta del procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e dei sostituti Lucia Brescia e Andrea Bianchi.

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