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Cisl: su Ansaldo Breda a Carini servono risposte

PALERMO. "La produttività dello stabilimento di Carini (Pa) può essere aumentata: l'azienda, invece di pensare alla chiusura, che lascerebbe senza lavoro 160 famiglie, faccia in modo che il ciclo di lavorazione possa essere completato nel sito del palermitano, puntando su imprenditori locali per abbattere così i costi". Lo dice Ludovico Guercio, membro della segreteria della Fim-Cisl Palermo, che interviene sulla vertenza dell'Ansaldo Breda di Carini, nel giorno dello sciopero di quattro ore e del sit-in sulla linea ferrata al bivio fra Capaci e Carini. I lavoratori hanno manifestato contro l'ipotesi di chiusura avanzata dai vertici dell'Ansaldo, che hanno annunciato, per tutto il gruppo, 770 esuberi per il 2013 e la chiusura entro sei mesi della fabbrica di Palermo se la produttività non verrà aumentata. "Se lo stabilimento di Carini oggi sopporta costi più alti - aggiunge Guercio - è perché con le scelte fatte in passato, la cessione dei capannoni alla Keller, oggi abbandonati, la fabbrica di fatto è stato depotenziata, limitando la propria attività a tre fasi, allestimento pellicolatura e messa su strada". Il segretario della Cisl Palermo, Mimmo Milazzo, lancia un appello alla Regione: "Si torni a discutere subito del futuro dell'area di Carini e del riutilizzo dei capannoni della Keller, bisogna dare risposte agli operai Keller che restano in attesa e far partire il rilancio dell'area industriale, consentendo un aumento di produttività anche all'Ansaldo Breda".

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