
PALERMO. Condanna definitiva per Saverio Lo Cascio. La sezione d'appello della Corte dei conti ha respinto il ricorso del dipendente provinciale, che era stato condannato in I Grado a risarcire all'ente 10.500 euro per il danno all'immagine causato con il suo comportamento doloso. Nel 1999 chiese una tangente di 45 mln di lire a un imprenditore che si era aggiudicato un appalto. Al momento d'incassare la prima rata di 10 mln, un complice di Lo Cascio, ora deceduto, trovò i carabinieri che lo arrestarono. I due nel 2000 patteggiarono una pena per concussione. Successivamente, la procura della Corte dei conti chiese al dipendente di restituire alla Provincia 26 mila euro, come risarcimento per il danno economico e all'immagine. Precisamente, poco più di 5 mila euro per la tangente che il collega di Lo Cascio tentò di incassare, più 21 mila per lesione all'immagine. I giudici hanno escluso il risarcimento dei soldi della tangente, che non è mai stata effettivamente riscossa e condannato Lo Cascio a pagare 10.500 euro, come importo pro-quota per danno all'immagine
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