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Catania, cenere lavica: condannato l'ex sindaco Scapagnini

Pena a due anni e sei mesi di reclusione per l'attuale deputato nazionale del Pdl nel processo sui rimborsi Inpdap ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell'Etna del 2001 e 2002 prima delle consultazioni amministrative. I giudici hanno infatti confermato la condanna anche alla giunta comunale allora in carica

CATANIA. La Corte d'appello di Catania ha confermato la condanna a due anni e sei mesi di reclusione del ex sindaco e attuale deputato nazionale del Pdl Umberto Scapagnini nel processo sui rimborsi Inpdap ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell'Etna del 2001 e 2002 prima delle consultazioni amministrative.



Lo rende noto lo studio legale di Giovanni Grasso che assiste come parte civile il senatore del Pd e allora candidato a sindaco non eletto, Enzo Bianco, che ha ottenuto un risarcimento danni di 50.000 euro.      "La decisione - spiegano dallo studio legale - che ha rigettato la richiesta di riduzione di pena avanzata dal Procuratore Generale, sul presupposto dell'insussistenza del reato elettorale, ha invece accolto le prospettazioni della difesa del sen. Bianco che aveva, in particolare, sottolineato come la sussistenza di una 'elargizione', rappresentata dall' illegittimo rimborso di somme ai dipendenti comunali".    La somma oggetto del risarcimento riconosciuto al Sen. Bianco era stata, già in primo grado, destinata ad opere di beneficenza per i ragazzi del quartiere di Librino.   
"La sentenza d'appello ha detto chiaramente come le elezioni del 2005 siano state viziate - commenta Enzo Bianco -. Adesso tutti abbiamo piena cognizione dei comportamenti che la magistratura ha ritenuto illeciti e che hanno pesantemente influito sul voto. Ne prendiamo atto. L'evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutta la città".

C'é anche il neo senatore di Fli Nino Strano, subentrato al dimissionario Raffaele Stancanelli, tra gli imputati condannati al processo d'appello per i contributi previdenziali concessi dalla ex giunta Scapagnini ai dipendenti del Comune, tre giorni prima delle amministrative del 2005, per i danni da cenere dell'Etna di un'eruzione avvenuta negli anni precedenti.
I giudici hanno infatti confermato la condanna a due anni e due mesi di reclusione alla giunta comunale allora in carica, e Nino Strano era uno dei sette allora assessori finiti sotto processo. Gli altri sono Filippo Grasso, Antonino Nicotra, Ignazio De Mauro, Orazio D'Antoni e Fabio Fatuzzo.

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