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Tolgono timo al posto di tiroide: tre medici condannati

PALERMO. Per un errore tolsero a una paziente di 20 anni il timo, invece della tiroide. Per lesioni aggravate oggi sono stati condannati a due mesi di carcere, pena sospesa, e a 15 mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva l'ex primario di oncologia dell'ospedale palermitano Maurizio Ascoli, Nicola Mezzatesta, e i suoi due assistenti Vincenzo Pecoraro e Sebastiano Costantino.    I fatti risalgono a cinque anni fa quando a una giovane, durante un controllo, fu diagnosticato una cancro alla tiroide.    La ragazza, con diversi precedenti in famiglia di tumori alla ghiandola, venne operata al Maurizio Ascoli. Successivamente all'intervento la paziente continuava a state male e più volte si rivolse a Mezzatesta che la rassicurò dicendo che la tiroide era stata asportata e la vicenda risolta. A febbraio del 2007, preoccupata, la ragazza fece un ecografia e si accorse che la tiroide era ancora al suo posto, mentre le era stata asportata un'altra ghiandola, il timo.   


La paziente si fece dare la cartella clinica da cui emerse un dato curioso: si parlava di un intervento alla tiroide, ma dall'esame istologico si capiva chiaramente che era stato asportato il timo.    Un dato che secondo l'avvocato, il penalista Luigi Spinosa, potrebbe significare o che i medici non si siano resi conto dell'organo che hanno tolto o che accortisi dell'errore avessero continuato a sostenere di avere fatto l'intervento giusto.    La ragazza si rivolse a questo punto a un ospedale di Pisa dove a maggio del 2007 le venne tolta, questa volta sì, la tiroide. Dall'esame istologico un nuovo colpo di scena non esisteva alcuna neoplasia e la tiroide non andava tolta. La ragazza aveva soltanto un piccolo nodulo. Da qui una doppia denuncia: ai medici di Palermo, oggi condannati, per avere fatto l'intervento sbagliato e a quelli di Pisa - il fascicolo è ancora aperto - per avere eseguito un'operazione inutile.

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