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Palermo, "guerra di religione" a scuola: "Mia figlia discriminata"

Parla la madre della piccola che frequenta la materna all'istituto di Borgo Molara: "Siamo musulmani ma non ho mai detto di togliere il quadro della Madonna"

PALERMO. «Non ho mai chiesto di togliere alcun quadro di Madonna, né di vietare di festeggiare il Natale. Ho chiesto soltanto che mia figlia non frequentasse l'ora di religione cattolica, come consente la legge, diritto che l'anno scorso le è stato negato». Esce allo scoperto la mamma musulmana di Borgo Molara, protagonista suo malgrado di una storia di diritti e fede religiosa, raccontata sulle pagine del Giornale di Sicilia e che ha fatto discutere tutta Italia.


Si chiama Loredana Greco, è palermitana, convertita all'Islam, con una figlia di quattro anni e mezzo avuta da un uomo tunisino musulmano e anche lei fedele frequentatrice della moschea di piazza Gran Cancelliere. Ha assistito silenziosa alle polemiche suscitate dalla decisione della dirigente della scuola Capitano Basile, a cui appartiene anche il plesso Andrea Sole di Borgo Molara, di limitare qualsiasi pratica religiosa (segno di croce, preghiere) solo all'interno dell'ora di religione ed eliminare manifestazioni pubbliche e festeggiamenti riguardanti ricorrenze religiose, tipo Natale e Pasqua. Le mamme e i papà degli alunni della borgata sono insorti, hanno chiesto il rispetto dell'identità religiosa e culturale dei loro figli, hanno scritto una lettera molto dura e denunciato l'eliminazione di un quadro della Madonna nell'atrio della scuola Andrea Sole, meta di omaggi floreali e preghierine dei bambini nel mese di maggio. Di questa immagine la direttrice Melchiorra Greco, al suo primo anno al vertice di questa scuola, ha detto di non sapere nulla, di non aver mai detto di toglierla, ma ha confermato la sua decisione di «essere garante di un'istituzione che deve vedere tutti egualmente rappresentati».



Ora sull'argomento torna la mamma musulmana, per chiarire alcuni aspetti della vicenda. «È vero, all'inizio dell'anno ho parlato con la nuova dirigente in maniera molto categorica - afferma - perché non potevo sopportare ancora che mia figlia fosse costretta a frequentare l'ora di religione perché a scuola non esistevano alternative. Per un anno mia figlia mi ha raccontato di preghiere e segni della croce. Io volevo che fosse esonerata dall'ora di religione, come previsto per legge, e ho anche minacciato una denuncia per discriminazione religiosa, se questo non fosse avvenuto. Ma non ho mai chiesto di eliminare quadri o simboli, né che gli altri bambini non potessero più fare il segno della croce. Non posso dettare regole. Mi dispiace che la preside sia arrivata a decisioni così forti». Adesso la bambina, che è esonerata dalla lezione di religione cattolica, un giorno alla settimana esce un'ora prima degli altri.



La vicenda, nei giorni scorsi, aveva suscitato molte reazioni, fra cui quella dell'assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella, che aveva sostenuto che «chi decide di vivere in Europa sa di incontrare una cultura e una identità precisa». Ma la signora Greco critica questa affermazione e ribatte: «Vorrei fare presente che io sono italiana e mia figlia è musulmana, perché figlia di genitori musulmani. So benissimo qual è la cultura in cui vivo e per questo, dopo la mia conversione, ho dovuto subire moltissime umiliazioni, perché su questo tema c'è grande ignoranza».

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