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Addio al Senato, Stancanelli resta sindaco di Catania

La decisione è maturata dopo la sentenza della Corte costituzione sull'incompatibilità del doppio incarico tra parlamentare e sindaco di una città con oltre 20mila abitanti

CATANIA. Raffaele Stancanelli ha scelto di continuare a fare il sindaco di Catania. Lo ha annunciato lo stesso Stancanelli durante una seduta di Consiglio comunale da lui stesso convocata dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, intervenendo sul doppio incarico, ha bocciato la legge n. 60 del 1953 nella parte in cui non prevede l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con più di 20 mila abitanti.    "Non me ne vado, non scappo - ha detto Stancanelli - non sono abituato a scappare. Ho il dovere di non fare tornare indietro quello che stiamo facendo in questa città. Oggi io ricomincio a fare il sindaco di Catania. Mi vergognerei con la mia città - ha aggiunto - che si sentirebbe tradita dal suo rappresentante istituzionale e io non lo posso fare. Ho bisogno di sapere che alla fine del mio mandato i catanesi siano soddisfatti del mio operato". Perde un voto il Pdl al Senato: quello del senatore Raffaele Stancanalli che lascia l'incarico scegliendo di rimanere sindaco di Catania. A Palazzo Madama gli subentrerà un esponente di Fli: Nino Strano, ex senatore passato alla cronaca per avere festeggiato nel gennaio del 2008 la caduta del governo Prodi mangiando mortadella in aula.    La decisione di Stancanelli, che sta parlando al consiglio comunale di Catania, è stata anticipata dal presidente e dal vicepresidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello.     A portare Stancanelli a scegliere è stata la sentenza della Corte Costituzionale che, intervenendo proprio sul suo doppio incarico, ha bocciato la legge n.60 del 1953 nella parte in cui non prevede l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco di un Comune con più di 20mila abitanti.     Stancanelli subito dopo avere appreso la notizia della sentenza aveva detto che doveva "essere messo nelle condizioni di scegliere, così come prevede la legge che prima non c'era e che oggi, con questa sentenza additiva, c'e". Ma, aveva anticipato, che se obbligato a scegliere sarebbe stato giusto "rimanere a fare il sindaco di Catania", incarico che ha ricoperto a titolo gratuito.

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