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Estorsioni a Trapani, 8 arresti

Le indagini avrebbero ricostruito la mappa del racket in città e a Erice. Coinvolti alcuni pregiudicati del quartiere San Giuliano. Tra le vittime un ristoratore, il titolare di un'impresa artigiana, gestori di sale scommesse, un noleggiatore d'auto e un distributore di apparecchiature elettroniche

TRAPANI. Un'operazione contro un'organizzazione accusata di gestire il racket delle estorsioni a Erice e Trapani è in corso dalla notte scorsa con l'esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di otto indagati.
Le indagini avrebbero ricostruito numerose attività estorsive, consumate e tentate, commesse a vario titolo dai destinatari delle misure cautelari, soggetti pregiudicati del quartiere San Giuliano. Le vittime, spiega una nota della Questura di Trapani, erano gestori di esercizi commerciali di Trapani ed Erice.
Oltre a una tangente mensile di circa 500 euro a vittima, gli indagati avrebbero ottenuto, sotto minaccia, anche autovetture a noleggio a titolo gratuito e libero accesso alle sale scommesse dove potevano fare le loro puntate gratuitamente.
L'inchiesta si avvale di intercettazioni attraverso le dichiarazioni rese dalle persone offese. Tra le vittime un ristoratore, il titolare di un'impresa artigiana, dei gestori di sale scommesse, un noleggiatore d'autovetture ed un distributore di apparecchiature elettroniche da intrattenimento.
Durante le indagini è stata rinvenuta una partita di eroina, del peso di 1.300 chili, acquistata con i proventi dell'attività estorsiva e destinata al mercato trapanese.
Le persone raggiunte da ordine di custodia cautelare emesso dal Gip di Trapani sono: FRANCESCO PAOLO CAMMARERI, 33 anni; IGNAZIO CAMMARERI, 30; ALBERTO CANGEMI, 40; CLAUDIO DI PIETRA, 25; IVAN RANDAZZO, 27; MICHELE SCARDINA, 47, sorvegliato speciale; GIUSEPPE BENINATI, 51; SALVATORE DI PIETRA, 33.
I primi cinque sono stati condotti in carcere, per gli ultimi tre sono stati disposti gli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati emessi al termine di un'indagine che ha permesso di ricostruire le attività estorsive, consumate e tentate, a vario titolo, dagli otto, ai danni di gestori di esercizi commerciali di Trapani ed Erice, ai quali avrebbero chiesto il pagamento mensile di denaro o commesse di lavoro gratuite, come la realizzazione di infissi in alluminio, così da assicurarsi una certa 'protezione' ed evitare spiacevoli episodi di danneggiamento.
Le vittime delle estorsioni, oltre a una quota di 500 euro mensili, sarebbero state costrette anche a cedere gratuitamente auto a noleggio e libero accesso alle sale scommesse. Sono risultate determinanti, ai fini delle indagini, le intercettazioni di alcune conversazioni delle vittime.


MINORENNI ADDESTRATI PER IL PIZZO - "L'aspetto inquietante emerso  nell'operazione di polizia denominata 'Pizzo al pomodoro' è  l'utilizzo di baby manovalanza (due di loro sono stati  denunciati al Tribunale dei minori) addestrata da Francesco  Paolo Cammareri". Lo ha detto il capo della squadra mobile  della questura di Trapani, Giovanni Leuci, nel corso della  conferenza stampa a cui ha partecipato, tra gli altri, anche il  neo procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio.     "Sono arrivato da poco in città - ha detto il magistrato -  dove ho trovato un ufficio dotato di forze notevoli che operano  in stretta sinergia con le forze di polizia e l'operazione di  oggi ne è la conferma".     "I picciriddi - così venivano chiamati dagli indagati i  taglieggiatori in erba - in seno al sodalizio sgominato,  svolgevano un ruolo di primo piano: erano incaricati di eseguire  ritorsioni e danneggiamenti ai danni di attività commerciali e  accompagnare gli indagati presso gli esercizi commerciali  taglieggiati", ha specificato Leuci. 

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