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Sangue infetto, in settemila attendono risarcimento

PALERMO. Lo Stato ha risarcito circa mille emofiliaci per le trasfusioni di sangue infetto, ma altre settemila persone, di cui oltre mille siciliani, attendono il risarcimento dal 2007. Con la legge 222 del 2007, infatti, il governo italiano ha deciso di chiudere in via transattiva il contenzioso con migliaia di cittadini italiani contagiati da Aids ed epatite C per trasfusioni di sangue infetto che negli ultimi anni lo hanno citato in giudizio. Per questo sono stati stanziati 800 milioni di euro. Circa il 15% degli infetti sono siciliani che si sono ammalati tra gli anni '70 e '90 per trasfusioni di sangue effettuate in ospedali. Finalmente nel 2009 il ministero della Salute ha aperto la possibilità a chi aveva una causa in corso, iniziata entro il 31 dicembre 2007, di proporre istanza di adesione alla definizione bonaria della propria controversia. Forse la più grande transazione della storia italiana. Sono giunte nel gennaio del 2010 al ministero 7.356 istanze. "Agli avvocati dei pazienti e alle associazioni - dice Ermanno Zancla, legale palermitano e membro del Coordinamento nazionale legali sangue infetto - e alle associazioni è stato assicurato che la procedura transattiva sarebbe iniziata subito dopo le ferie estive e i primi pagamenti sarebbero iniziati al massimo a marzo 2011. E invece, siamo arrivati all'estate 2011 e da quella riunioni di giusto un anno fa non è accaduto assolutamente nulla di quanto promesso dal ministero. E ciò nonostante proteste in piazza, sit in a Montecitorio, apertura di gruppi su facebook con centinaia di iscritti, migliaia di e-mail inviate a tutte le parti politiche". "Questo inoltre causa gravi perdite alo Stato - ha concluso l'avvocato -. Per esempio, il mio studio ha definito positivamente solo nell'ultimo anno una decina di cause di risarcimento che, se chiuse in via transattiva, avrebbero fatto risparmiare allo Stato circa 800mila euro".

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