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Palermo, circonvallazione di sangue: morto un altro pedone

La seconda vittima in meno di 24 ore è stata Gioacchino Caruso, travolto da un'auto mentre attraversava all’altezza di via Perpignano. Ieri i funerali di Antonino Ucciardi: la bara è stata portata in strada

PALERMO. Aveva lasciato la sua macchina in garage per fare due passi a piedi fino al posto di lavoro, cosa normale in una città dalle strade sicure. Non a Palermo, purtroppo. Per uno scherzo del destino, che nel giro di poche ore si è ripetuto troppo spesso, Gioacchino Caruso è stato travolto e ucciso da un’auto all’alba della mattina di ieri, mentre attraversava viale Regione Siciliana all’altezza di via Perpignano. Dopo quella di Antonino Ucciardi, morto martedì nello stesso luogo e allo stesso modo, un’altra famiglia è stata schiacciata dall’incapacità di chi dovrebbe garantire una cosa semplice e normale come la sicurezza nell’attraversare la strada. “Mi hanno distrutto la vita – urla Anna Maria Di Benedetto, la casalinga moglie di Gioacchino Caruso, che ieri mattina è arrivata nella camera mortuaria del Policlinico non appena appresa la notizia della morte del marito –. I politici che ci governano non pensano mai a noi cittadini quando decidono le cose da fare. Adesso come potrò andare avanti – conclude la donna –, senza mio marito non c’è più vita”. Gioacchino Caruso, che aveva 65 anni, faceva il giardiniere per il Comune e ogni mattina, fino alle 15, prestava servizio presso Villa Falcone Morvillo: “Era uscito da casa a piedi per andare a lavorare – racconta Antonina, unica figlia della coppia –. Stava attraversando viale Regione Siciliana per raggiungere la fermata dell’autobus. Da lì, si sarebbe poi spostato fino a via Libertà”.
Intanto, sale la rabbia tra i residenti e i commercianti della zona di via Perpignano che si sono sempre opposti alla chiusura della strada.
Ieri mattina, al termine dei funerali di Antonino Ucciardi, l’altra vittima della velocità in viale Regione Siciliana, rimasto ucciso martedì, i parenti, gli amici e i residenti della borgata hanno portato la bara dell’uomo dalla chiesa di San Gabriele Arcangelo allo scorrimento veloce del capoluogo isolano. Hanno fatto sfilare il feretro lungo la circonvallazione, da una parte all’altra dell’incrocio. “Rendiamo omaggio ad Antonino – hanno spiegato – e mostriamo alla città gli effetti di questo provvedimento”.

E’ possibile leggere l’intero approfondimento sulle pagine del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 20 gennaio 2011.   

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