PALERMO. “Per Borsellino non siamo stati noi”. È il contenuto di un dialogo fra Totò Riina e il figlio Giovanni, anch’egli condannato all’ergastolo. Si parla, evidentemente di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992.
Per la strage di via D’Amelio il superboss tira in ballo i servizi segreti e lo fa attraverso l’avvocato Luca Cianferoni che, in una intervista aveva paragonato i delitti di Salvatore Giuliano, di Gaspare Pisciotta e di Borsellino. Il filo conduttore sarebbe proprio il coiunvolgimento dei Servizi.
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Riina: per Borsellino coinvolti anche i Servizi
Il superboss tira in ballo l’intelligence nella strage di via D’Amelio. Un suo avvocato: paragona il delitto con quelli di Salvatore Giuliano e Gaspare Pisciotta
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