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"Prestanome dei boss": sequestrati negozi al deputato Mineo

Su disposizione della Procura di Palermo sono stati messi sotto chiave tre immobili che si trovano all'Acquasanta. Al politico, membro di Forza del Sud, secondo gli inquirenti, sarebbero intestati diversi beni riconducibili a boss

PALERMO. La Dia di Palerno, coordinata dal pm della Dda Piero Padova, ha perquisito lo studio all'Assemblea regionale siciliana e le due abitazioni del deputato regionale Franco Mineo, indagato di intestazione fittizia di beni. Mineo è stato eletto nel Pdl e poi è passato al gruppo del Pdl-Sicilia e quindi a Forza del Sud, formazioni che fanno capo al sottosegretario Gianfranco Micciché. Secondo gli inquirenti Mineo sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente della famiglia mafiosa dei Galatolo dell'Acquasanta, a Palermo, e cugino del boss che porta il suo stesso nome.   
A Mineo, secondo gli investigatori, sarebbero intestati diversi beni riconducibili al clan. La perquisizione ha riguardato l'ufficio di palazzo dei Normanni, una villa e un appartamento del deputato in via Corradino.
La procura di Palermo ha disposto successivamente il sequestro preventivo dei locali di un bar e di due negozi di proprietà di Mineo indagato per intestazione fittizia di beni. Si tratta del bar Nuova Esedra, di una merceria e del negozio di abbigliamento Vegard. Tutti gli immobili si trovano all'Acquasanta. Sotto sequestro sono finiti solo i locali e non le attività commerciali gestite da soggetti non indagati che hanno affittato gli immobili da Mineo.   
Secondo gli inquirenti il deputato regionale sarebbe il prestanome di Angelo Galatolo, 50 anni, cugino del capomafia dell'Acquasanta omonimo, che è indagato in concorso con Mineo, dello stesso reato. L'indagine, condotta dalla Dia è coordinata dal pm della Dda Piero Padova. 

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