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Usura, la Sicilia tra le regioni più a rischio

Secondo uno studio di Eurispes il Mezzogiorno sarebbe stretto nella morsa degli strozzini. A Campania e Calabria le maglie nere, ma anche nell'Isola il tasso di rischio è considerato alto

ROMA. L'usura è un fenomeno diffuso in tutta Italia, anche se risulta più marcato nel Mezzogiorno, come indica il numero di denunce presentate all'Autorità giudiziaria che, tuttavia, non dà una misura attendibile della reale entità del fenomeno, che continua ad essere "sommerso". E' quanto afferma l'Eurispes nello studio "L'usura: quando il credito è nero", pubblicata oggi e che attraverso l'Iru (indice di rischio usura), traccia una mappa dell'Italia che appare fortemente sbilanciata: a fronte di un indice 100 a Vibo Valentia, corrisponde un valore zero a Trento, segno evidente di uno squilibrio del Sud nei confronti del Centro Nord.    L'usura, si va da quella del vicino e di quartiere fino a forme più sofisticate della criminalità organizzata, si caratterizza per la "presenza di un elemento di sopraffazione nei confronti di soggetti che si trovano in difficoltà" (famiglie bisognose, anziani, piccoli commercianti e piccoli imprenditori, fasce più deboli della popolazione) ma, a differenza del metodo estorsivo ed analogamente all'attività di riciclaggio attraverso i mercati finanziari, ha il "vantaggio di una minore visibilità sociale".    Alla domanda fatta ad un campione, se è è o meno a conoscenza di persone che si rivolgono ad usurai, nel "25,2% dei casi la risposta è stata affermativa. Da notare - afferma l'Eurispes - come la percentuale di quanti sono a conoscenza di persone che hanno fatto ricorso a prestiti usurai sia più elevata, e addirittura sopra la media nazionale, nelle regioni del Mezzogiorno (30,7%) seguite da quelle del Centro-Italia (29,1%).    D'altra parte, in un contesto socio-economico di difficoltà, come è quello attuale, i fenomeni di "sofferenza" delle famiglie italiane tendono ad aumentare: il "28,6% delle famiglie non ha un reddito mensile tale da consentirgli di arrivare alla fine del mese; il 42,9% può sostenere economicamente le proprie esigenze di consumo solo utilizzando i propri risparmi; il 23,3% e il 18,1% delle famiglie, rispettivamente, dichiarano difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo e del canone di affitto.  Per riuscire ad inquadrare il fenomeno, l'Eurispes ha formulato un Indice di Rischio Usura fondato sull'analisi di quelle variabili di contesto socio-economico che si ritiene possano influenzare il grado di vulnerabilità e/o permeabilità di un territorio rispetto all'usura. Particolarmente a rischio risultano essere le province della Calabria (tutte nelle prime sei posizioni della graduatoria), della Campania (a rischio "Alto" tutte le province, ad esclusione di Napoli, con un indice medio regionale di 88,4) e della Sicilia (78,2).  La più alta concentrazione delle province del Centro Italia nella classe di rischio usura "Medio" trova conferma anche nella classifica regionale, nella quale Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria registrano valori Iru compresi tra 41,8 e 57,3. Indice "Molto Basso" (0-20) in tutte le province, ad eccezione di Firenze, del Nord Italia, con una netta prevalenza delle province del Nord-Est rispetto a quelle del Nord-Ovest (rispettivamente 64% e 32% del totale). Le province di Trento e Bolzano risultano in assoluto le meno vulnerabili rispetto al fenomeno dell'usura (rispettivamente 0,0 e 5,6), cui corrisponde nella graduatoria regionale il primato del Trentino Alto Adige (2,8), seguito da Emilia Romagna, Lombardia e Veneto (con un valore Iru rispettivamente di 15,3, 18 e 18,7).   L'Eurispes chiude il suo studio con un'analisi del "rapporto costoso" tra italiani e banche: in particolare, il 46,4% degli intervistati dichiara di non condividere l'affermazione secondo cui le banche sono sensibili nei confronti delle necessità delle famiglie, mentre il 39,4% se ne dichiara poco convinto.

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