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Cassazione: "La razza dei bimbi da adottare non si sceglie"

A far scoppiare il caso il comportamento del Tribunale per i minori di Catania, "colpevole" di aver accolto le richieste di una coppia che voleva soltanto piccoli bianchi e di "tipica razza europea"

ROMA. Fuori le scelte razziste dai tribunali italiani. Soprattutto dagli uffici giudiziari che si occupano di minori e che - tenuto conto della nostra Costituzione improntata a criteri di uguaglianza e ai numerosi trattati contro il razzismo firmati dal nostro Paese - non possono compiere discriminazioni favorendo l'adozione da parte di coppie che si dichiarano "non disponibili ad accogliere bambini di pelle scura, o diversa da quella tipica europea". A invocare la messa al bando delle pregiudiziali razziali - nei decreti che attestano l'idoneità all'adozione internazionale - é la Procura della Cassazione. Con un ricorso straordinario promosso "nell'interesse della legge" affinché i supremi giudici fissino il "principio di diritto al quale il giudice di merito avrebbero dovuto attenersi", la Procura del "Palazzaccio" ha chiesto alle Sezioni Unite di affermare, una volta per tutte, che sui bambini non si accettano "aut-aut". Il Primo presidente Vincenzo Carbone ha ritenuto la questione di "particolare importanza" e adesso si aspetta che - in un tempo che non sarà superiore al mese - la relatrice Maria Rosaria Sangiorgio depositi il "verdetto". A sollecitare la Procura è stata l"Associazione amici dei bambini con un esposto firmato dal suo presidente Marco Griffini che ha denunciato il comportamento del Tribunale per i minori di Catania, "colpevole" di aver accolto i "desiderata" di una coppia che voleva adottare magari anche due bambini, ma solo se bianchi e di "tipica razza europea". Nonostante ciò, marito e moglie erano stati dichiarati "idonei" all'adozione. Per l"AiBì, i giudici di Catania si sono "resi complici di una dichiarazione discriminatoria" con l'aggravante che l'avvallo alla scelta della pelle "é venuta da una Autorità che in ragione del ruolo istituzionale che riveste è chiamata a un rigido rispetto delle norme vigenti". Tra le quali la Convenzione Onu contro il razzismo. La Procura, con un intervento del consigliere Pasquale Ciccolo - magistrato di lunga esperienza anche alla Corte Costituzionale - ha sposato l'allarme dell'Aibi, e il sostituto procuratore Aurelio Golia ha chiesto alle Sezioni Unite di accogliere l'invito della Procura e richiamare i Tribunali a non dare patentini di abilità genitoriale a chi vuole solo cuccioli bianchi. Soddisfazione - per la posizione assunta dalla più importante procura italiana - è stata espressa dall"Aibì e dal presidente del Tribunale dei minori di Roma, Melita Cavallo che condanna il "razzismo dei giudici di Catania". Plauso arriva anche dal Cifa, organizzazione non governativa che si occupa di adozioni, e da Antonino Napoli dell'Osservatorio sui diritti dei minori che dice "adottare un bimbo è un atto d'amore, non una scelta da supermercato". Secondo il sottosegretario Carlo Giovanardi, presidente della Commissione per le adozioni internazionali, "la requisitoria della Procura sottolinea, giustamente, che nessun atto giudiziario può contenere un principio di discriminazione", tuttavia i "servizi sociali
devono valutare l'effettiva capacità delle coppie ed orientarle verso scelte realmente sostenibili nell'interesse dei bambini". Ogni anno, in Italia, vengono adottati circa quattromila bambini stranieri. I primi cinque paesi di provenienza sono la Federazione russa (704), l'Ucraina (540), la Colombia (444), l'Etiopia (346) e il Brasile (329).

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