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Sgomberi, ancora tensione allo Zen

Riprese stamane le operazioni per liberare le case dagli abusivi. “Non siamo animali e non abbiamo intenzione di andare via”. Il sindaco: non con la forza

PALERMO. Sono riprese stamane le operazioni di sgombero, da parte di polizia e carabinieri, delle case popolari della cosiddetta Insula 3 del quartiere Zen 2 a Palermo, occupate abusivamente da alcune famiglie di senza tetto. L'iniziativa è stata decisa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, su sollecitazione del Comune, in modo da consentire la consegna ai legittimi assegnatari degli alloggi. Fino ad ora sono stati sgomberati una decina di appartamenti, sui circa 60 occupati abusivamente.
Anche stamane, come già era avvenuto ieri, l'intervento delle forze dell'ordine si sta svolgendo tra tensioni e polemiche. "Non siamo animali e non abbiamo intenzione di andare via dalle nostre case. Anche noi abbiamo diritto di un posto dove dormire e mangiare", dice Marcella Caracappa che in questo momento sta assistendo alla assegnazione di quella che ha considerato per "due anni come la mia casa". "Ho dei bambini piccoli - aggiunge - dove andrò ad abitare adesso?".
Per Francesco Lucchese, un altro "abusivo",  "il sindaco Cammarata è un uomo senza cuore perché sa perfettamente che ora si scatena una guerra tra poveri. Ho trascorso già la scorsa notte in macchina con mia moglie e i miei due figli di un anno e l'altro di tre mesi. Siamo digiuni da ieri".
C'é anche chi annuncia una resistenza a oltranza: "Non cederò mai il garage dove ho vissuto nell'ultimo anno e mezzo - assicura Mimmo Romita -. Noi siamo dei fantasmi perché non veniamo considerati da nessuno. E' come se non esistessimo pur essendo a tutti gli effetti anche noi delle persone con diritti e doveri". Concetta Coglitore, incinta di sette mesi e mamma di un altro bimbo di due anni, inveisce contro le forze dell'ordine: "Da ieri siamo accerchiati da decine di camionette della polizia e dei carabinieri come se fossimo dei pericolosi criminali, ci trattano come se fossimo dei boss mafiosi".
Il sindaco Diego Cammarata ieri aveva replicato alle accuse sottolineando che "i legittimi assegnatari sono persone altrettanto bisognose di quanti occupano abusivamente e diversamente da questi ultimi, non cercando di fare valere i loro diritti con atti di violenza".
"Abbiamo creato una graduatoria aggiuntiva per le condizioni di particolare gravità - ha sottolineato il sindaco - e abbiamo proceduto proprio in questi giorni ad assegnare alcune abitazioni provenienti dai beni confiscati alla mafia".

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