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Processo Addiopizzo, 13 condannati e 4 assolti

Il collegio presieduto da Bruno Fasciana, a latere Tanja Hmeljak e Stefania Brambille, ha comminato più di 140 anni di carcere, condannando tredici dei diciassette imputati

Palermo. I giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo, al termine di una camera di consiglio durata più di tre giorni, hanno condannato, complessivamente, a oltre 150 anni di carcere 13 dei 17 imputati del processo denominato Addio Pizzo. Alla sbarra boss, estortori delle cosche palermitane di San Lorenzo e Tommaso Natale e due commercianti accusati di favoreggiamento: questi ultimi due sono stati assolti.
Le accuse a carico degli imputati andavano dall'associazione mafiosa, all'estorsione, al danneggiamento, al favoreggiamento aggravato e alla detenzione illegale di armi.
La pena più alta è stata inflitta ai capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo, che hanno avuto 30 anni di carcere ciascuno. A 16 anni è stato condannato Massimo Troia, a 12 il boss Francesco Di Piazza; mentre 10 anni sono stati inflitti a Giordano Sebastiano. A 9 anni e 4 mesi sono stati condannati Vittorio Bonura, Rosolino Di Maio e Giovan Battista Giacalone. Nove anni la pena inflitta a Luigi Bonanno. Gli altri imputati, capimafia e gregari delle cosche palermitane, hanno avuto pene comprese tra i 3 anni e 6 mesi e i 5 anni e 4 mesi. Assolti, oltre ai commercianti Maurizio Buscemi e Salvatore Catalano, Gaetano Fontana e Tommaso Contino.
Nel processo i pubblici ministeri della dda Marcello Viola, Francesco Del Bene, Gaetano Paci e Anna Maria Picozzi hanno contestato agli imputati circa 40 episodi estorsivi tra i quali quello ai danni dell'imprenditore Rodolfo Guajana che, nel 2008, subì un gravissimo attentato in cui andò distrutta la sede della sua ditta di ferramenta.

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