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"Tout s'est bien passè", Sophie Marceau a Cannes con il suo nuovo film: "Tributo alla vita"

"Emmanuele ama la vita, profondamente ed è anche una donna generosa, vitale, non si tira indietro mai, ecco perchè accetta l’inaccettabile, per amore del padre di cui vuole essere supporto fino alla fine": Sophie Marceau, 30 anni dopo il Tempo delle Mele, è a Cannes protagonista con Andrè Dussolier di Tout s'est bien passè (È andato tutto bene) di Francois Ozon, adattamento cinematografico del romanzo-verità di Emmanuèle Bernheim (Einaudi) basato sulla sua esperienza di figlia cui il padre ottuagenario paralizzato dopo un ictus chiede di aiutarlo a morire.

«Come interpreti - prosegue Marceau - esprimiamo tutte le emozioni e come persone abbiamo nel vissuto le sofferenze, dunque per questo personaggio si trattava di far trasparire l’amore sopra tutto questo dolore».

Il film, si è difeso Ozon, il regista di Estate 85, del Tempo che resta, di 8 donne e un mistero, di Swimming pool, «non è sull'eutanasia, che resta un tabù, ma sulla relazione tra un padre e una figlia. Spero di non dare messaggi politici: non so se è un film pro o contro, la morte procurata è in tutte le scene e in tutti i dilemmi, anche dello stesso protagonista, non ci sono risposte ma solo domande e su tutto c'è per me un tributo alla vita».

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