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Il doodle di Google celebra Krzysztof Kieślowski, chi era il regista ammirato da Kubrick

Il doodle di Google che celebra Krzysztof Kieślowski

A 80 anni dalla sua nascita, Google omaggia con un doodle Krzysztof Kieślowski, regista e sceneggiatore polacco molto noto nel mondo del cinema e ritenuto tra i massimi rappresentanti del cinema d’autore.

Il suo cinema va alla sostanza e si fonda sull'assenza di effetti speciali o spettacolari. Scarni dialoghi e sceneggiature che puntano alla riflessione. Stimato da tutti, era molto ammirato anche dal grande regista Stanley Kubrick che di lui disse:

"Sono sempre restìo a sottolineare una caratteristica specifica del lavoro di un grande regista, perché ciò tende inevitabilmente a semplificarne e sminuirne il lavoro. Ma riguardo a questa sceneggiatura (Decalogo N.d.R.), di Krzysztof Kieślowski e del suo coautore, Krzysztof Piesiewicz, non dovrebbe essere fuori luogo osservare che essi hanno la rarissima capacità di drammatizzare le loro idee piuttosto che raccontarle solamente. Esemplificando i concetti attraverso l'azione drammatica della storia essi acquisiscono il potere aggiuntivo di permettere al pubblico di scoprire quello che sta realmente accadendo piuttosto che semplicemente raccontarglielo. Lo fanno con tale abbagliante abilità, che non riesci a percepire il sopraggiungere dei concetti narrativi e a materializzarli prima che questi non abbiano già raggiunto da tempo il profondo del tuo cuore".

I primi anni di vita

Kieślowski nacque a Varsavia, in Polonia, nel 1941, e si da giovanissimo mostrò una passione marcata per la narrazione e la letteratura.

A causa della malattia del padre, affetto da tubercolosi, la sua famiglia fu costretta a spostarsi in continuazione in luoghi dove vi fosse un sanatorio. Quando poi il padre morì Krzysztof aveva sedici anni e si dedicò agli studi diplomandosi in tecniche teatrali e specializzandosi nella realizzazione di scenari. Nel 1969 si laureò alla Scuola di Cinema di Łódź, ritenuta molto prestigiosa e iniziò a girare documentari, sia per la televisione che per il cinema.

Ma i suoi lavori gli procurarono una serie di grane con le autorità. Nel 1971, il suo documentario, Robotnicy 1971 - Nic o nas bez nas (Lavoratori 1971: Niente su di noi senza noi) sulla repressione violenta dello sciopero di Danzica, fu requisito dalla polizia che voleva identificare i partecipanti. Nel 1980, la polizia gli sequestrò il documentario Dworzec (La stazione) che stava girando perchè inconsapevolmente aveva ripreso una valigia con dentro i resti di una donna fatta a pezzi dalla figlia che la polizia stava ricercando da tempo.

Al centro dei suoi lavori la Polonia contemporanea, durante il comunismo, e i dilemmi etici del quotidiano.

Tra i suoi più affezionati collaboratori, una volta passato ai lungometraggi, l'avvocato polacco Krzysztof Piesiewicz, per le sceneggiature, e il compositore polacco Zbigniew Preisner.

La sua arte

Dargli un'etichetta è difficile perchè il suo stile e le sue opere vanno al di là di un modello. Ma nel 1988 con “The Decalogue” – dieci episodi televisivi di un’ora che seguono gli abitanti di un complesso residenziale di Varsavia – raggiunge l'apice della fama internazionale. E i riconoscimenti non mancarono: spiccano tre nomination agli Oscar, tra cui quella per la miglior regia nel 1994 per “Tre colori: Rosso”.

Krzysztof Kieślowski morì in seguito a un attacco di cuore il 13 marzo 1996 durante un'operazione e fu seppellito nel cimitero Powązki di Varsavia.

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